Processo Amato, in aula mostrate le foto del cadavere della moglie nel letto

E’ successo durante la prima testimonianza della marescialla capo dei carabinieri Barbara Pittiglio, che intervenne il 31 ottobre 2021 dopo i medici del 118. L’ex medico è accusato di duplice omicidio di moglie e suocera con un mix di farmaci

Il medico Giampaolo Amato accusato del duplice omicidio di moglie e nuora

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Bologna, 19 marzo 2024 – Immagini choc sono state mostrate nell’aula della Corte di Assise, stamattina a Bologna, durante una nuova udienza del processo all’ex medico Giampaolo Amato, accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata, 62 anni, e la suocera Giulia Tateo, di 87, con un mix di farmaci.

Nel corso della prima testimonianza, sono state mostrate le foto di Isabella Linsalata il giorno in cui venne trovata cadavere nel suo letto, alle 12.30 circa del 31 ottobre 2021.

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La donna era coperta da un piumone, riversa sul lato destro del letto. “Ho sollevato la coperta - ha ricostruito la marescialla capo dei carabinieri Barbara Pittiglio, che intervenne quel giorno dopo i medici del 118 ed è stata la prima chiamata sul banco dei testimoni - e non c'era alcun segno o traccia riconducibile ad attività delittuosa”.

La sottufficiale ha ricordato come il marito si avvicinò per accarezzare il corpo della moglie, ma lei lo allontanò per mantenere intatto lo stato dei luoghi.

Il primo sopralluogo ricostruì come Linsalata fosse separata dall'ex marito, ex oculista, che viveva al piano sottostante.

Amato, in custodia cautelare in carcere, era presente in aula. Inizialmente, ha ricostruito la testimone, si valutò di procedere in via amministrativa.

Prima di iniziare l’iter giudiziario, i giudici della Corte d’Appello avevano decretato il divieto di effettuare riprese video e foto in aula da parte dei media, durante il processo al medico accusato di duplice omicidio.

L’amica della moglie: “Isabella sentiva le tisane amare”

Un’altra testimonianza andata in scena oggi è stata quella di Monica Gaudioso, amica della moglie di Amato. La donna ha parlato della crisi con il marito, la volontà di separarsi da lui, e gli strani malesseri di cui Isabella soffriva negli ultimi anni con un esame delle urine da cui emerse un'alta concentrazione di benzodiazepine, nel maggio 2019.

"C'erano problemi familiari di cui parlavamo spesso. Aveva saputo che il marito aveva una relazione con un'altra donna”, ha raccontato. Da quanto tempo? “Io l'ho saputo nel 2019 e non me lo disse subito. Lei lo aveva saputo circa un anno prima”.

La convivenza cessò e il marito si trasferì al piano di sotto e nell'ultimo periodo la moglie, ha riferito l'amica, "si era resa conto dell'andamento della relazione e ne aveva preso atto, la trovavo anche più serena rispetto al passato, meno angosciata”.

L'intenzione a quel punto era quella di separarsi dal marito: "Voleva formalizzarlo e ne parlò con lui”.

Poi il tema dei malesseri, rispondendo al pm Morena Plazzi: "La seguivo come medico e come amica, aveva stanchezza e sonnolenza, non era normale. Nel 2019 a febbraio decisi di farla ricoverare” e poi nei mesi successivi ci furono altri episodi: “Isabella cominciò a capire che qualcosa nel suo fisico non andava, qualcosa di strano stava succedendo. Beveva le tisane alla sera e diceva 'le sento amare, facciamo qualcosa’. Fece esami delle urine da cui risultarono valori molto alti di benzodiazepine”.

Ma Linsalata decise di non denunciare: "Mi disse che non voleva creare problemi alla famiglia e mi diede i referti, dicendo 'tienili tu’”, ha raccontato Gaudioso.

Infine, l’ipotesi che Linsalata possa essersi suicidata “è da escludere anche solo per le sue idee religiose. Non c'era nulla che potesse far pensare a questo. Anche nei discorsi che faceva, è stata preoccupata e in certi momenti anche disperata per quello che era successo, ma mai ha accennato a che potesse esserci quest'ipotesi”.

Queste idee religiose potrebbero aver condizionato, ha spiegato la testimone, anche la scelta di Linsalata di non parlare in famiglia dei risultati della analisi. “Lei aveva in cuor suo, fino ad un certo punto, la speranza che la situazione” con il marito “potesse mettersi a posto e tentava di non distruggere la famiglia”.

La sorella: “Isabella non si sarebbe mai suicidata”

“Isabella non si sarebbe mai suicidata, amava troppo la sua famiglia, i suoi amici e i suoi pazienti: non lo dico perché era mia sorella, ma era una persona unica". Come già affermato in mattinata dall'amica Monica Gaudioso, anche Anna Maria Linsalata esclude che la sorella possa essersi suicidata. Testimoniando in Corte d'Assise, Linsalata - che si è costituita parte civile nel procedimento - ha ricostruito cosa fece il giorno della morte della sorella, quando rientrò di corsa a Bologna da Moena dopo aver chiamato più volte Isabella senza ricevere risposta e dopo aver saputo da Amato che la sorella era morta. In quella circostanza, ha spiegato, lei e il compagno dovettero insistere con Amato per convincerlo a tornare a casa dal lavoro per verificare cosa fosse accaduto, aggiungendo che in casa ho trovato una situazione tesissima. Tra le altre cose, la teste ha citato una risposta stizzita di Amato a una domanda su dove fosse finita la borsa della sorella. 

Linsalata ha poi ricordato quando la sorella le disse, nel 2019, della relazione extraconiugale del marito, e ha confermato che Isabella sospettava che Amato le mettesse benzodiazepine nelle tisane che le preparava. "Io le chiesi: non è che Giampaolo ti dà qualcosa?, e lei mi rispose: l'hai detto, le tisane che mi prepara la sera sono amarissime, perciò non le bevo più". Tuttavia, anche in questo confermando quanto testimoniato da Gaudioso, Linsalata ha aggiunto che la sorella non volle denunciare quanto emerso dalle analisi delle urine, che avevano registrato una presenza abnorme di benzodiazepine nel suo organismo, per non creare problemi in famiglia, specialmente ai figli,

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