Prodi: "Marco Biagi, un innovatore" Zuppi: "Cavaliere a difesa dei deboli"

Un incontro in memoria del giuslavorista ucciso dalle nuove Br. Lepore: "Bologna non lo dimentica"

Romano Prodi

Romano Prodi

Bologna non dimentica Marco Biagi, uno dei suoi figli migliori. "Le istituzioni hanno il dovere della memoria – afferma il sindaco Matteo Lepore –. Bologna non si dimentica delle persone, del lavoro delle persone, dei loro sogni e del lavoro che hanno fatto". Lepore ha aperto ieri l’incontro ‘Il riformismo per la dignità del lavoro’, dedicato a Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle nuove Brigate rosse il 19 marzo 2002 sul portone di casa, in via Valdonica.

Con Lepore – nella Sala anziani di Palazzo d’Accursio – Romano Prodi, Bruno Tabacci, Marco Bentivogli, Giuliano Cazzola e Alessandra Servidori. Il cardinale Matteo Zuppi è intervenuto con un videomessaggio. In platea, Marina Orlandi, moglie di Biagi, Lorenzo (uno dei due figli), la sorella Francesca e il nipote Giulio Venturi.

"Più passa il tempo, più il ricordo di Marco Biagi è vivo e attuale", afferma Prodi. Ricordando che "Biagi non era un uomo di parte. Partecipava alla vita politica in modo appassionato e profondo, ma fuori dagli schemi, con libertà di pensiero".

Il giuslavorista, aggiunge l’ex premier, "aveva capito che eravamo di fronte a un cambiamento radicale del mondo del lavoro. Era un grande innovatore, vittima di tensioni politiche folli e di una frammentazione della società che porta all’odio politico".

Contro l’estremizzazione del pensiero e del linguaggio interviene il cardinale Zuppi. "Non dovremmo mai accettare una contrapposizione del pensiero che sia non accompagnata dal dialogo e non cerchi il confronto. La memoria di Marco Biagi ci impone di evitare polarizzazioni". Biagi, continua il cardinale, "era un cavaliere che si batteva per difendere i più deboli che hanno diritto al lavoro".

Nel pomeriggio di ieri, Lorenzo Biagi ha partecipato via Facebbok a un incontro con le Acli di Bologna. Seduto nello studio del padre, ha toccato un tema "delicato e personale". Quello del perdono. "Non perdonerò mai chi ha ucciso papà e chi gli ha negato la scorta. Ma non odio nessuno. L’odio rovina la vita e non porta da nessuna parte".

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