Protesta degli educatori, sospeso il Consiglio

La seduta è stata interrotta, poi l’opposizione ha fatto mancare il numero legale: "Dal sindaco Bosso ironie e prese in giro"

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Prima l’interruzione della seduta per far sgomberare il pubblico rumoroso e armato di cartelli, composto da una trentina tra educatori delle scuole e genitori di bambini disabili. Poi la sospensione completa della stessa seduta del Consiglio comunale per mancanza del numero legale, con l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di minoranza. Quello di giovedì scorso è stato uno dei Consigli comunali di Casalecchio più ’tormentati’. All’ordine del giorno c’erano temi quasi di ordinaria amministrazione, ma ben presto si è trovato a fare i conti con due patate bollenti. La prima: sei consiglieri di maggioranza su 15 erano trattenuti a casa con sintomi da Covid e il presidente del Consiglio comunale aveva fatto di tutto per ottenere il numero legale della seduta. La seconda: le sedie del pubblico erano affollate di educatori e genitori venuti a contestare i risultati della gara di appalto per l’assegnazione del servizio di sostegno ai bambini disabili nelle scuole dei cinque comuni dell’Unione Valli Reno Lavino Samoggia.

La situazione è precipitata in seguito alle risposte date dal sindaco alle domande sull’appalto poste dai consiglieri di minoranza durante il question time.

"Al sindaco Massimo Bosso abbiamo chiesto spiegazioni sul bando che non aveva valutato le clausole di tutela, né dell’utenza particolarmente fragile (bambini e ragazzi disabili), né dei lavoratori che si trovano in bilico su un contratto che li copre solo per alcuni mesi. Alla mancanza di informazione ai consiglieri comunali si sono succedute le non risposte sconcertanti del sindaco. Il suo atteggiamento di supponenza e presa in giro verso i consiglieri e gli ospiti ha fatto esplodere l’aula", hanno scritto in una nota congiunta Erika Seta e Mirko Pedica (Centrodestra per Casalecchio), Pietro Cappellini e Gabriele Dal Boni (gruppo Misto), Andrea Tonelli e Bruno Cevenini (Lista civica) e Simone Rimondi (gruppi di opposizione in Unione) che, in veste di presidente della Commissione Servizi sociali dell’Unione, ha convocato una seduta sull’appalto ’incriminato’ per il 18 luglio prossimo.

L’amministrazione comunale però fornisce una versione ben diversa: "Il sindaco Maurizio Bosso non ha ridicolizzato – si legge in una nota – né ironizzato o ’preso in giro’ le minoranze e tanto meno il pubblico presente in aula. La serietà e l’importanza del tema non lasciano spazio a ironie o irrisioni. Chiunque può verificare l’atteggiamento del sindaco nella video registrazione, visibile sul sito del Comune. Agli organizzatori della protesta, che saranno ricevuti dal sindaco il 4 luglio, era stato ribadito il divieto di interferire con i lavori del Consiglio comunale. Dopo l’ennesimo richiamo, il presidente del Consiglio comunale è stato costretto a interrompere la seduta e a chiedere l’abbandono dell’aula".

Nicodemo Mele

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