Quarta ondata Covid Bologna, picco di contagi. Ausl lancia l’allarme: "Gennaio difficile"

I contagi continuano a correre: ieri erano 531, quattro le vittime. Bordon: "Gli ospedali tengono grazie anche ai 146 letti delle cliniche private"

Una ragazza mentre riceve la vaccinazione anti Covid

Una ragazza mentre riceve la vaccinazione anti Covid

Bologna, 19 dicembre 2021 - "Gennaio e febbraio saranno mesi difficili". Non nasconde la preoccupazione Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl Bologna, considerato che i contagi, al momento, non accennano a diminuire: quelli resi noti ieri sono stati 531 contro i 526 del giorno primo. Con quattro persone che non ce l’anno fatta contro il Covid: si tratta di un uomo di 74 anni e tre donne di 72, 85 e 87 anni. Le strutture ospedaliere, sempre al momento, stanno reggendo l’impatto e anche le terapie intensive non registrano numeri record, soprattutto se rapportati allo stesso periodo dello scorso anno: i ricoverati nei reparti ad alta intensità degli ospedali bolognesi, ieri, erano 26.

Covid, il bollettino Emilia Romagna del 19 dicembre Emilia Romagna zona gialla: quando scatta. Veneto e Marche, rischio arancione POSTI LETTO La tenuta degli ospedali sta avvenendo anche grazie al rinforzo fornito dalle cliniche private che hanno messo in campo, fino a ora, 146 posti letto. "Sono soddisfatto – sottolinea Bordon – è un aiuto prezioso. Tra noi e loro stiamo riuscendo a gestire la situazione: al Maggiore ce ne sono 92 di letti destinati ai pazienti Covid, al Sant’Orsola 115 e nel privato 98 sono per i malati a bassa intensità e 48 per la degenza ordinaria, perché ci sono anche tutte le altre patologie che devono essere prese in carico". In rianimazione i posti occupati, tra Maggiore e Policlinico sono 33. "Negli ultimi giorni nei reparti ad alta criticità arrivano prevalentemente persone non vaccinate e sono sempre in condizioni molto complesse", precisa il direttore generale. VACCINI E BIMBI È la parte più dolente, sempre secondo il parere di Paolo Bordon. "Il primo giorno c’è stato un grosso numero di prenotazioni per i bambini dai cinque agli undici anni, numero che ha iniziato a scendere dal secondo e ieri erano solo 778. In totale le prenotazioni sono circa 7.500, più i1.800 bambini fragili ai quali facciamo la chiamata diretta. Numeri che sembrano alti ma se si pensa che la platea dei vaccinabili, in questa fascia di età, è di circa 50mila bambini, alti non lo sono affatto. La nostra speranza è che questi numeri aumentino perché abbiamo visto che la maggior parte di contagi sta avvenendo proprio attraverso i bambini e anche se loro non avvertono sintomi gravi (sul lungo periodo c’è ancora tanto da valutare e approfondire, ndr ) fanno circolare il virus". TERZE DOSI Sono ormai a quota 215.000 "ma abbiamo anche numerose prime dosi, ad esempio il giorno 15 che è stato uno di quelli in cui abbiamo fatto più iniezioni, 9.210, di queste 691 erano le prime e 292 le seconde, le terze 8.227. Insomma stiamo pian piano erodendo il numero dei No vax", sottolinea. E annuncia l’imminente "apertura di un nuovo punto vaccinale a Casalecchio di Reno dove verranno fatte fino a 1.700 iniezioni al giorno, mentre nell’hub vaccinale Ponissa di Monterenzio, solo nella mattinata di ieri – informa – sono state fatte 202 vaccinazioni e gli operatori si sono fatti carico anche degli assistiti delle due dottoresse che sono state sospese". COSA ASPETTARSI Intanto il direttore generale dell’Ausl puntualizza le differenze con lo stesso periodo dello scorso anno "quando avevamo 900 persone ricoverate e ora sono 300. Nelle scuole i problemi li abbiamo nelle classi dei più piccoli, ma nelle superiori, dove i ragazzi sono vaccinati all’80 per cento, non ci sono grossi guai. Uguale nelle Cra dove il richiamo ha avuto un impatto enorme non solo sul drastico calo di ricoveri ma sulla gravità della malattia stessa. Tutto questo – fa notare Bordon – in un anno dove abbiamo affrontato ben tre varianti: Alfa, Delta e ora Omicron. Sempre per ragionare sull’impatto che ha avuto la vaccinazione sul virus. Ma i prossimi due mesi non saranno semplici perché il virus, in inverno, prende forze proprio perché le persone stanno molto di più nei luoghi chiusi e in casa. Quindi cosa dire? Chi ha già fatto le due dosi di vaccino faccia anche la terza, chi non si è ancora approcciato lo faccia subito e chi ha bambini li vaccini. Se tra noi operatori della sanità e la comunità ci sarà questa alleanza che va di pari passo con le precauzioni sanitarie, i prossimi mesi saranno meno duri".

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