Bologna, rasata a zero per il velo dalla madre. Fatima torna a casa

Decreto provvisorio del Tribunale dei minori. I servizi sociali stabiliscono e monitorano le modalità del rientro in famiglia

IL CASO La ragazzina raccontò di essere stata rasata a zero dalla madre perché rifiutava il velo islamico

IL CASO La ragazzina raccontò di essere stata rasata a zero dalla madre perché rifiutava il velo islamico

Bologna, 2 marzo 2018 - Di nuovo a casa, con i genitori e le sorelle. A singhiozzo, sì, perché il decreto del Tribunale dei minori arrivato a metà gennaio è provvisorio e solo quando i servizi sociali esprimeranno parere positivo allora Fatima – nome di fantasia – potrà rientrare definitivamente nella sua casa, in famiglia. La sua storia balzò agli onori della cronaca circa un anno fa, quando si presentò a scuola, in terza media, con il capo rasato. Tra le lacrime raccontò all’insegnante e poi alla preside di essere stata punita dalla madre perché rifiutava il velo islamico e che quella era solo una delle vessazioni a cui era sottoposta dalla famiglia di origine bengalese.

La preside denunciò tutto ai carabinieri e subito la ragazzina, sentita dagli inquirenti e ritenuta attendibile, fu allontanata e collocata in una comunità dove formalmente si trova ancora. Nel frattempo, però, molto è cambiato. La ragazzina, finite le medie, si è iscritta in un istituto superiore cittadino. E l’accusa più pesante nei confronti dei genitori è caduta.

A dicembre, infatti, finirono a processo i due genitori, accusati di maltrattamenti. La procura chiese la condanna, ma il gup Letizio Magliaro assolse il padre e condannò (pena sospesa) la madre a otto mesi, riformulando l’accusa in violenza privata. Secondo il giudice quel modello familiare imposto «alla figlia è del tutto discutibile e non condivisibile», ma disporre la «limitazione alle uscite, le richieste di abitudini di vita circa le frequentazioni, il rispetto degli orari e il vestiario, la richiesta di non dire bugie» di per sé «non può essere ritenuta una condotta maltrattante».

A caldo i difensori dei genitori, gli avvocati Alessandro Veronesi e Roberto Godi annunciarono l’intenzione di attivarsi con il Tribunale dei minori per un celere ritorno di Fatima a casa. Inoltre chiarirono che la rasatura «è stata una punizione per le bugie: diceva che portava il velo, ma in realtà lo toglieva appena usciva di casa». Come una bugia era raccontare di andare a ripetizioni quando, invece, «un’insegnante la ‘copriva’ tenendole la cartella e lasciandola uscire di nascosto», dissero.

Già nei mesi scorsi Fatima aveva chiesto di poter lasciare la comunità e tornare a casa, dove hanno sempre continuato a vivere anche le due sorelle. «Da mesi erano possibili incontri all’esterno con i genitori – racconta l’avvocato Veronesi –: sono state fatte uscite da Mc Donald’s, sempre in presenza degli operatori dei servizi sociali. Da metà gennaio, invece, il provvedimento prevede per la ragazzina un graduale reinserimento a casa, dove è potuta tornare alcune ore. Ma il reinserimento è elaborato e monitorato dai servizi: da parte dei genitori c’è la massima collaborazione». Saranno poi i servizi sociali a stilare una relazione al vaglio del Tribunale dei minori, che dovrà esprimersi sull’eventuale decadenza dell’allontanamento.

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