Bologna, 24 ottobre 2018 – E’ stata completamente stravolta, in Corte d’Appello, la sentenza di primo grado a carico di quattro finanzieri, accusati di corruzione e collusione nell’ambito dell’inchiesta Rimini Yacht, la società dell’imprenditore fuggito in Libia Giulio Lolli. I finanzieri, tutti sospesi dall’incarico dal 2010, erano accusati di aver addomesticato una verifica fiscale alla società di Lolli con la promessa di ricevere regalie soprattutto economiche.
Stamattina, dopo una camera di consiglio di appena un’ora e mezza, il collegio presieduto da Orazio Pescatore ha, invece, assolto il tenente colonnello Enzo Di Giovanni (difeso dagli avvocati Salvatore Tesoriero e Alessandro Gamberini) e i marescialli Luigi Giannetti (avvocato Luciano Bertoluzza) e Felice Curcio (avvocato Marcus Wiget), condannati in primo grado a 4 anni il primo e 3 anni gli ultimi due. Tutti e tre avevano rinunciato alla prescrizione, mentre per il tenente colonnello Massimiliano Parpiglia (avvocato Nicola Mazzacuva), condannato in primo grado a 5 anni, il reato si è estinto per prescrizione. La procura generale aveva chiesto al conferma della sentenza di primo grado.
Confermati, invece, i tre anni per bancarotta al commercialista Giorgio Baruffa. Per i finanzieri i giudici hanno disposto l’invio degli atti alla procura militare, riconoscendo l’incompetenza della Corte d’Appello a giudicare sul reato di collusione.
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