"Ripartire da legalità, sviluppo e solidarietà"

Alessandro Alberani, presidente Acer, tratteggia la sua visione di città. "Io candidato? Per ora metto a disposizione le mie idee"

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Dal suo osservatorio di presidente dell’Acer, Alessandro Alberani vede chiari i morsi della crisi: "Il calo degli affitti commerciali e l’aumento della morosità non hanno precedenti nella storia dell’azienda", afferma.

Guardando al futuro della città, l’ex segretario generale della Cisl, bolognese doc, si ritrova nelle parole del presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi. "Anche a Bologna – spiega Alberani – dovremo amministrare la straordinarietà e affrontare i problemi con rapidità".

Alberani, quanto è lontano il futuro a cui pensa?

"Il sindaco Merola dice che l’uscita dalla crisi post Covid è la priorità. E ha ragione. Ma già adesso non possiamo sottrarci a una discussione sul nuovo modello di città che vorremo nei prossimi anni. Il futuro è già oggi".

Se dovesse dare dei suggerimenti per la ripartenza?

"Due parole chiave: sviluppo e solidarietà. Tre priorità: lavoro, welfare, formazione".

Può fare qualche esempio concreto?

"Sviluppo sostenibile, innovazione tecnologica, infrastrutture. E rilancio dell’edilizia ecocompatibile, con riqualificazione dell’esistente. Poi le imprese, che andranno incentivate per produrre nuove opportunità lavorative. Ma non c’è ripresa senza sicurezza sociale, sicurezza sul lavoro e lotta alla precarietà".

A che modello di welfare pensa?

"Una piccola rivoluzione è già in corso, e il direttore della Caritas ha fatto bene a lanciare l’allarme sull’emergenza sociale, che andrà ripensata. La strada è la sussidiarietà, con la guida e il controllo del pubblico, che dopo questa crisi è di nuovo centrale".

Che ruolo avrà il Comune?

"Un ruolo chiave. Se serve, bisognerà sapere fare la voce grossa con il governo, come ha fatto Merola di recente. Ma penso anche sia tempo di una riorganizzazione della macchina amministrativa, funzionale al cambiamento".

Partendo da dove?

"Dal ruolo dei Quartieri, riprendendo l’analisi fatta a suo tempo da Dossetti nel Libro Bianco. E dalle periferie. In questi anni si è guardato un po’ troppo soltanto al centro storico".

Un tema da anni al centro del dibattito è la legalità. Lei è per l’approccio morbido o severo?

"Per governare Bologna non si può prescindere dal tema del rispetto della legalità in tutte le sue forme. Perché senza legalità non ci saranno mai giustizia ed equità".

In Acer ha affrontato il nodo delle occupazioni abusive.

"Le abbiamo praticamente azzerate, facendo una grande battaglia contro i furbetti. Il rispetto della legalità è fondamentale per rispettare chi è onesto. Importante è la cura del bene comune richiamata dal cardinale Zuppi, tenendo insieme legalità e solidarietà".

Nel 2021 si vota per il sindaco. Le sue proposte per la città assomigliano a una bozza di programma elettorale. È un primo passo verso una candidatura?

"Non è il momento di fare nomi. Oggi è giusto dire che chi ha idee, esperienze e passione da mettere a disposizione di Bologna, deve essere pronto a farlo".

Quando sarà il momento dei nomi, lei si farà avanti?

(Pausa) "Ora dobbiamo costruire un programma per la città, il più ampio possibile e senza predestinati. Io offro il mio contributo. Perché amo profondamente questa città, consapevole che c’è bisogno di darle una dimensione internazionale. Ho lavorato in ambiti in cui ho affrontato i temi del lavoro, dello sviluppo, del welfare e della casa. La mia storia è una storia come tante, di persone che si sono date da fare partendo dal basso".

Da cittadino, come vorrebbe fosse scelto il candidato sindaco?

"Dico no a salotti e caminetti. Bologna andrà coinvolta. Chi rappresenta la politica nella città dovrà avere un ruolo di guida e al tempo stesso di responsabilità".

È un messaggio al Pd?

"Non mando messaggi a nessuno. Mi aspetto però che il Pd, maggior partito della città, guidato da un segretario equilibrato, guardi a una coalizione ampia dove i moderati e la società civile trovino attenzione. Il candidato verrà dopo l’esito di questo confronto".

Alberani, lei ha tessere in tasca?

"L’unica tessera visibile nel portafogli è quella del Bologna".

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