
I fondatori: Mattia Raffaelli, Mirko Martignon e Matteo Bucci
Bologna, 16 febbraio 2019 - Dividere casa con chi non è di famiglia, si sa, è spesso fonte di incomprensioni e litigi e, in una città che pullula di lavoratori e studenti fuori sede, serviva proprio uno strumento che aiutasse a risolverli. Parliamo di RoomMate, una soluzione semplice e all’avanguardia al tempo stesso, nata dall’ingegno di un terzetto di bolognesi adottivi capaci, come spiega il riminese Mattia Raffaelli, di sviluppare un’applicazione per smartphone che «rende la convivenza un gioco da ragazzi».
Raffaelli, quanto è stata importante per il progetto l’esperienza personale sua e dei suoi soci?
"E’ stata fondamentale, perché sia io che il marchigiano Matteo Bucci e il trentino Mirko Martignon abbiamo vissuto in prima persona i piccoli grandi drammi quotidiani ai quali desideriamo porre rimedio, prima negli anni dell’università e poi, oggi, in quelli dell’approccio al mondo del lavoro".
Quali difficoltà comporta vivere a stretto contatto con illustri sconosciuti?
"Tutti gli ostacoli al quieto vivere nascono, di solito, dall’assenza di comunicazione e coordinamento e spaziano dalla gestione dei pagamenti delle utenze all’organizzazione dei turni di pulizia degli spazi comuni, fino alla programmazione delle commissioni di ogni giorno, come portare in strada la spazzatura o andare in posta per ritirare pacchi e documenti".
Con RoomMate termina l’era dei fogli calamitati sul frigorifero.
"Il senso è proprio questo: riunire in un’unica piattaforma digitale tutte le scartoffie e le tabelle per le turnazioni, con la possibilità di mettere tutto per iscritto e di sfruttare le funzioni di promemoria e notifiche integrate dell’app al fine di mettere spalle al muro il coinquilino che dimentica, o magari finge di dimenticare, di ottemperare ai propri doveri".
Come e quando ha preso corpo la vostra idea?
"Parliamo di un prodotto completamente gratuito, disponibile nelle due versioni iOS e Android e nato sotto forma di startup nell’autunno del 2017, con le prime righe del codice buttate giù al tavolo di un bar. Da allora, è stata fatta molta strada, passando per il primo premio all’Innovation Day di AlmaCube e per l’accelerazione in seno alla società fiorentina Nana Bianca".
Se il servizio è gratuito, il vostro business dove sta? nei famigerati banner pubblicitari?
"La domanda è lecita, ma abbiamo preferito evitare di intasare le pagine di annunci e puntare invece, parallelamente alle funzioni di base, sull’erogazione parallela di servizi premium a pagamento, frutto di convenzioni con aziende della zona e di altri soggetti imprenditoriali".
Per esempio?
"Tramite l’applicazione i nostri utenti possono, a tariffe agevolate, mettersi in contatto con imprese di pulizie convenzionate, per ‘appaltare’ parte delle proprie faccende, oppure con servizi di consegna a domicilio di cibi e bevande, la cui qualità e affidabilità sono garantite dalla nostra partnership e dalle nostre attività di controllo".
Quante persone si sono già rivolte a voi?
"Gli utenti già attivi sono oltre 8mila e passano, in media, almeno tre minuti al giorno sulla nostra app, con la caratteristica di essere attivi e propositivi e non meramente intenti a sfogliarla".
Il vostro orizzonte?
"Siamo partiti da Bologna e qui registriamo i numeri più alti, ma siamo già presenti anche a Milano, Torino e in tutte le grandi città universitarie del Centro-Nord, con il proposito di continuare a espanderci nel prossimo futuro, senza porci alcun limite".