Saman, lo zio in aula parla 40 minuti "Il fidanzato? Non la amava Volevo collaborare, ma avevo paura"

L’uomo è accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio: "Temevo per le sorti di mia moglie". E su Ayub, il ragazzo della vittima: "L’ha solo usata per avere i documenti attraverso il matrimonio".

Saman, lo zio in aula parla 40 minuti  "Il fidanzato? Non la amava  Volevo collaborare, ma avevo paura"

Saman, lo zio in aula parla 40 minuti "Il fidanzato? Non la amava Volevo collaborare, ma avevo paura"

di Alessandra Codeluppi

REGGIO EMILIA

Saman Abbas non c’è più, "ma suo fratello ne ha assunto l’identità". È la psicologa Rita Rossi a svelare l’evoluzione e le contraddizioni del giovane, ora maggiorenne: lui c’era, quando la 18enne di Novellara (Reggio Emilia) sparì da casa per sempre, poco dopo la mezzanotte del primo maggio 2021, per poi essere ritrovata sepolta un anno e mezzo dopo: movente presupposto, la contrarietà alle nozze combinate dalla famiglia e il suo stile troppo occidentale.

Nel processo per omicidio che vede imputati i genitori, lo zio e i due cugini, il ragazzo è costituito parte civile tramite l’avvocato Valeria Miari, che ha affidato a Rossi una consulenza psicologica su di lui. "Pure il giovane criticava la sorella", ma poi, "per superare la sofferenza", si è sovrapposto a lei: "Si è tatuato il nome di Saman. Vuole seguire un percorso scolastico come desiderava fare lei. Prova senso di colpa: lui sostiene che avrebbe dovuto fare un matrimonio combinato ma che, a differenza di Saman, non avrebbe mai detto di essere contrario, per paura. Dice che lei era ribelle, lui passivo. E che lui avrebbe dovuto fare qualcosa per opporsi a ciò che poi è accaduto". Lo descrive "con basso quoziente intellettivo, ma non ritardato" e capace di commettere "involontariamente" errori nel ricostruire i tempi. Ma, puntualizza, "lo ritengo un teste particolarmente affidabile". La psicologa lo ha visto provato: "Nel parlare di quella sera, tremava. Come avvenne anche durante l’incidente probatorio", risalente a due anni fa. Il giovane sarà sentito in tribunale venerdì prossimo.

Davanti alla Corte d’Assise, gli imputati hanno deciso di non rispondere alle domande e, al momento, di non fare dichiarazioni spontanee. Tranne lo zio della vittima, Danish Hasnain, che ieri pomeriggio ha parlato per 40 minuti sulle circostanze nel novembre 2022 lo hanno indotto a far trovare il cadavere di Saman dopo l’arresto del fratello Shabbar Abbas, padre della ragazza: "Quando ho capito che potevo fidarmi della pm ho iniziato la collaborazione. Avrei anche cominciato prima, ma volevo che mia moglie fosse al sicuro. Ho indicato dov’era Saman perché vorrei che trovasse il suo posto, dov’è ora, insieme ai miei genitori. Spero che chi deve pagare paghi". Ha criticato Ayub Saqib, fidanzato in Italia di Saman e parte civile: "Lui l’ha usata solo per avere i documenti attraverso il matrimonio. Lei non era sicura in quella casa: perché l’ha mandata là a prenderli?". Parole che l’avvocato di parte civile Barbara Iannuccelli liquida: "In quella casa ci abitava Hasnain. La ragazza tornò tra le braccia dei suoi assassini, tra i quali c’è pure lui".Verso il suo grande accusatore, il fratello di Saman, dice di "non avere rancore" e di temere che, "andando sotto i riflettori, lui possa perdere la sua libertà". Le loro versioni sull’accaduto, però, divergono. Con la ragazza morta, sostiene Hasnain, "avevo un rapporto da amico: sapevo che in casa la situazione non era facile".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro