MONICA RASCHI
Cronaca

Sanità e nomine, lo scacchiere. Obiettivo: chiudere in fretta. E intanto la Liguria vuole Bordon

Prossimi giorni cruciali sia per la direzione regionale che per i direttori generali di Ausl e Rizzoli. Per completare la piramide dell’assessorato restano in pole Andrea Rossi e Mattia Altini. .

Prossimi giorni cruciali sia per la direzione regionale che per i direttori generali di Ausl e Rizzoli. Per completare la piramide dell’assessorato restano in pole Andrea Rossi e Mattia Altini. .

Prossimi giorni cruciali sia per la direzione regionale che per i direttori generali di Ausl e Rizzoli. Per completare la piramide dell’assessorato restano in pole Andrea Rossi e Mattia Altini. .

Lo scacchiere delle nomine della Sanità, sia regionale che sotto le Due Torri, deve ancora trovare una soluzione e lo deve fare in fretta. Quanto meno nella definizione dei tempi: o entro la fine del mese, quindi alla naturale scadenza della proroga che riguarda Paolo Bordon per la direzione generale dell’Ausl di Bologna, ma anche Anselmo Campagna, direttore generale dell’Istituto Rizzoli, oppure decisamente più avanti. Quindi una ulteriore proroga che sia almeno di sei mesi o addirittura di un anno. Questo per permettere alle direzioni di portare a termine una serie di importanti progetti che, altrimenti, rimarrebbero in sospeso (vedi, tra gli altri, la Casa della Comunità al quartiere Savena) ed eventualmente per dare modo al presidente Michele de Pascale di valutare con meno fretta l’operato dei vari direttori generali. L’anno di proroga potrebbe poi dare modo di riaprire anche l’albo nazionale dei direttori generali e, conseguentemente anche quello regionale, per l’esame di figure di emanazione non emiliano-romagnola. Operazione questa che necessita di tempi piuttosto lunghi.

Naturalmente la casella strategica per il governo della Salute regionale resta la direzione dell’assessorato, figura leggermente più defilata da un punto di vista mediatico, ma fondamentale in quanto anche interfaccia con il Ministero. E qui, al momento, i nomi in pole restano quelli di Andrea Rossi, attuale direttore generale dell’Ausl di Imola e Mattia Altini che, dai primi di gennaio, ha un incarico (da concorso) in qualità di direttore medico del presidio ospedaliero di Forlì, ma mantiene anche la responsabilità dell’assistenza ospedaliera della Regione. Il primo potrebbe essere una soluzione di ’congiunzione’ tra Emilia e Romagna, il secondo è sicuramente un professionista già di esperienza e promettente ma, forse, sposterebbe un po’ troppo l’asse sul versante Romagna.

Una partita che potrebbe concludersi entro la metà del mese, come auspicano in diversi, per alcuni motivi: tergiversare su di un settore come quello della sanità regionale e locale, potrebbe non avere un impatto politico positivo, dando l’impressione di non avere le idee chiare su come portare avanti una riforma del sistema sanitario che appare sempre più urgente, soprattutto sul versante dell’assistenza territoriale e della gestione della cronicità, ma anche sul versante di una revisione delle funzioni dei Cau (Centri di assistenza in urgenza) che non sembra potersi disgiungere da un accordo con i medici di medicina generale, in attesa di un ulteriore incontro con l’assessore Massimo Fabi.

Senza contare che l’assenza di tempi certi pone i direttori generali in una sorta di limbo che non aiuta la gestione di strutture ospedaliere ad alta complessità. Paolo Bordon, alla guida dell’Azienda Usl cittadina, ha detto no all’incarico di direttore delle Ausl del Piemonte, ma ora spunta la Liguria che ha fatto sapere di essere molto interessata al numero uno di via Castiglione.

Non è un mistero che Bordon abbia più volte espresso il desiderio di restare sotto le Due Torri e portare avanti i tanti progetti che ha iniziato, avendo già in tasca una credenziale non da poco: il quinto posto tra le migliori Aziende sanitarie d’Italia, decretato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, alla fine di novembre.