Seggiovia del Corno. Ambientalisti in tribunale

La vicenda finirà in Consiglio di Stato grazie ai 12mila euro della raccolta fondi. Il comitato: "Il cantiere è previsto per la prossima primavera, fermiamolo".

Seggiovia del Corno. Ambientalisti in tribunale

Seggiovia del Corno. Ambientalisti in tribunale

Per portare anche al Consiglio di Stato la battaglia legale contro la nuova seggiovia del Corno alle Scale il comitato ’Un altro Appennino è possibile’ ha raccolto oltre 12mila euro, più di quelli preventivati. Prosegue dunque il braccio di ferro nelle aule di giustizia, anche se la gara per la realizzazione della nuova seggiovia Polla-Scaffaiolo è partita: l’appalto, da 6,7 milioni, verrà assegnato dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese per conto dell’amministrazione di Lizzano.

La scadenza per presentare le domande è il 12 gennaio prossimo e gli ambientalisti ricordano che in base al cronoprogramma della Regione il cantiere "dovrebbe aprire alla fine della stagione ‘bianca’, tra marzo e aprile. Naturalmente, noi ci auguriamo che non succeda". Anche perché, scrive Un’altro Appennino nel suo bollettino web, la stagione bianca "ancora una volta latita e si rivede piuttosto l’inverno liquido, nonostante la sbandierata apertura degli impianti l’8 dicembre scorso, dopo una prima spolverata di neve (dal cielo e dai cannoni)". In realtà, "a dispetto degli annunci, gli impianti e le piste del Corno alle Scale erano tutti chiusi già il fine settimana successivo e solo stendendo la neve artificiale accumulata nei giorni freddi si riuscirà (forse) a sciare su una pista (La Polla) e due ‘campi scuola’ dal 23 al 27 dicembre, con skipass ribassato per via dell’offerta ridotta. Insomma, tra i due colori di Babbo Natale, quello che prevale in cima al Corno è ancora il rosso delle imprese fallimentari".

Fanno intanto storcere il naso agli ambientalisti i ristori, circa quattro milioni, varati dalla Regione per indennizzare le stazioni sciistiche colpite dalla mancanza di neve durante lo scorso inverno. L’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, "lo ha definito ‘un risultato importante a difesa del lavoro’ e la frase avrebbe un suo senso, e una sua coerenza – scrive il comitato del Corno– se in parallelo a questi aiuti si evitasse di investire altro denaro pubblico in un turismo che non ha prospettive, che consuma risorse, che deturpa la montagna e che toglie finanziamenti ad alternative più sostenibili, capaci di dare un lavoro sicuro e stabile a più persone".

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