Bologna, sgombero in via Zago. Proteste e cortei degli antagonisti

Nell’ex Cesare Ragazzi di via Zago, in cinque sul tetto. Duecento ’resistenti’ hanno bloccato per ore via Stalingrado, poi marcia in Bolognina

Bologna, 25 maggio 2022 - Alle sette del mattino, quando la polizia è arrivata per sgomberare l’ ex istituto Cesare Ragazzi di via Zago , la sentinella al piano terra era vigile. E, gridando, ha dato il segnale agli altri occupanti .

In un attimo, sul tetto dello stabile, tirata su la scaletta con la quale erano saliti, armati di bandiera nera, erano in cinque: tre ragazzi e due ragazze. E ci sono rimasti, bontà loro, fino a mezzogiorno passato. Mentre in strada, in via Stalingrado, a sostegno della loro resistenza, si era formato un gruppo che, con il passare delle ore, è arrivato a superare le 200 persone . Con tanto di gazebo, ghiaccioli, casse d’acqua e birrette. Una situazione che, alle 9,30, ha costretto alla chiusura del traffico sul ponte, in entrambi i sensi di marcia, fino alle 13,30 passate, con i prevedibili problemi.

Così, dopo più di tre anni, Bologna si è risvegliata nell’era della contestazione, dei collettivi, delle occupazioni con annesso sgombero di passione. Ieri tensione nulla, ma disagi non pochi. L’onda disobbediente è iniziata a montare un mese fa, con l’occupazione di un ex locale della municipale in via Fioravanti da parte dei collettivi confluiti nell’associazione BancaRotta . Uno spazio posto sotto sequestro, nel - quasi - silenzio generale, il 7 aprile.

Tra quelle realtà, le più riottose, legate alle frange più estreme dell’ex Xm24 , non hanno perso tempo: e il 21 aprile, scegliendo non a caso un luogo caro agli anarchici nostrani, hanno preso casa all’ex centro Cesare Ragazzi di via Zago, già sede, nel 2015, della breve esperienza de ‘La rage’ . E si sono ribattezzati ‘Infestazioni’ . Ieri mattina, è scoccata l’ora, anche per loro, dello sgombero. Che di sicuro si aspettavano. Dopo la denuncia sporta dalla proprietà - una società immobiliare che aveva messo in vendita lo stabile - l’iter ha fatto il suo corso, con il pm Stefano Dambruoso a coordinare le operazioni. La polizia, con Digos e Reparto mobile, ha guidato il servizio, tra esplosioni di bombe carta, canti anarchici e cori contro forze dell’ordine e giornalisti. Poco prima dell’una, la resa. Cinque le segnalazioni per gli altrettanti asserragliati sul tetto che, seguendo il corso delle cose, si dovrebbero tradurre in altrettante denunce per invasione di terreni ed edifici. Poi è partito il rapido corteo dei duecento, tra viali e Bolognina, finito con un’assemblea estemporanea all’ombra della tettoia Nervi. Nel primo pomeriggio, conclusi i lavori, gli ultimi resistenti si sono riversati, per una ‘pausa conviviale’ dopo una giornata tanto calda, in piazza dell’Unità. Per ripartire in corteo, di nuovo, alle 19,45 verso il centro. Il centro Cesare Ragazzi, intanto, era già stato (ri)murato.

 

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