’Sound Gigante’: quando Bologna creava la musica alternativa

’Sound Gigante’: quando Bologna  creava la musica alternativa

’Sound Gigante’: quando Bologna creava la musica alternativa

di Pierfrancesco Pacoda

C’è una musica italiana che, dalla metà degli anni 60, ha mescolato rigore compositivo e attenzione per il consumo, sperimentazione e pista da ballo. Un suono che non è possibile inserire nelle consuete categorie e al quale è dedicata la nuova serie Sky ‘Sound Gigante’, sottotitolo che recita, ‘Storia alternativa della musica italiana’, quattro episodi da oggi anche su Now. Scritta da Giangiacomo De Stefano (foto sopra) e da Valentina Zanella e diretta dallo stesso De Stefano per la società bolognese Sonne Film e per Kplus , porta in scena le storie di tantissimi personaggi della città, dal produttore Oderso Rubini al direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli.

De Stefano, come si può definire il ‘Sound Gigante’ al quale avete dedicato la nuova serie Sky?

"È un’espressione molto utilizzata, tra gli anni ’60 e ’70, per descrivere la musica al centro della nostra serie. Un suono così ricco di riferimenti, citazioni, fonti differenti, che aveva la complessità della scrittura colta, ma era accattivante, avvolgente, pop. Era ‘gigante’".

Quando si è sviluppato il ‘Sound Gigante’?

"Per noi l’avventura di questo suono inizia con l’uscita, nel 1964 di ‘Per un pugno di dollari’, il capolavoro di Sergio Leone, che diventerà un classico anche grazie alla colonna sonora di Ennio Morricone. Un’esperienza che finisce con il famoso festival rock alternativo di Parco Lambro del 1976. Nella quarta puntata abbiamo un’appendice che arriva al punk e alla new wave nazionale degli anni ’80, sino all’italo disco, l’ultimo grande fenomeno di esportazione della nostra musica di consumo".

Una storia italiana nella quale Bologna ha un ruolo centrale. "Sì, soprattutto in termini di personalità culturali che questa vicenda hanno contribuito a diffonderla. Penso al direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli, al quale abbiamo chiesto di far entrare lo spettatore nel mondo della musica da film dei compositori italiani. A iniziare proprio dal lavoro di Morricone. Farinelli spiega come fosse complesso il loro compito, in pellicole dove spesso c’erano poche parole ed enormi silenzi che dovevano essere riempiti con la scrittura sonora".

Di musica da film parla anche un’altra presenza bolognese, DJ Ninfa.

"Ninfa è un’ importante dj e produttrice di fama internazionale, specializzata in colonne sonore dei cosiddetti ’b movie’ italiani, specie quelli degli anni ’70, che erano un grande laboratorio creativo per i nostri compositori, non solo Morricone, ma anche, per fare un nome, Piero Umiliani. A lei abbiamo affidato il compito di ricostruire questo universo poco noto e affascinante".

E poi, oltre agli esperti, ci sono gli artisti.

"Nell’ultima puntata abbiamo Ciro Pagano (foto sotto), il leader dei Gaznevada, che, insieme agli Skiantos, hanno fatto di Bologna il luogo dove si sviluppa, alla fine degli anni ’70, una ondata punk, che poi subisce la fascinazione dell’elettronica, grazie al produttore Oderso Rubini, altro protagonista della serie, e infine arriva all’italo disco, con la quale la città diventa un riferimento globale per la musica da ballo. Un itinerario fatto di locali, musicisti, etichette discografiche, che non ha paragoni nel nostro Paese".

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