Sparò al ladro, la Procura: omicidio colposo

Avviso di fine indagine a Stefano Natalini per la tragedia del 5 dicembre a Villa Gessa di Bazzano. Si alleggerisce l’accusa al custode

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di Federica Orlandi

Omicidio colposo, aggravato dal fatto di avere "agito nonostante la previsione dell’evento". Per un soffio – ovvero per il fatto di avere agito prevedendo sì la possibilità, ma ritenendola "improbabile" –, la Procura ha ritenuto di non contestare a Stefano Natalini l’omicidio con dolo eventuale, nell’avviso di fine indagine a lui recapitato. Il provvedimento, firmato dal sostituto procuratore Manuela Cavallo, solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Inizialmente, il reato contestato era omicidio preterintenzionale.

Il custode, 69 anni, vive tuttora a Villa Gessa a Bazzano: lì, poco prima dell’alba del 5 dicembre dell’anno scorso, sparò a Georgean Ene, un 32enne romeno che tentava di introdursi nella dimora per rubare assieme ad altri complici (su cui attualmente i carabinieri stanno indagando, assieme al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia romeno), uccidendolo. Il custode sparò tre colpi di avvertimento con la sua Smith & Wesson calibro 38 regolarmente detenuta, allungando il braccio "in posizione innaturale", secondo quanto rilevato dalla perizia balistica, dalla finestrella del bagno al primo piano della villa. Mirò in direzione di "torce che indicavano la posizione dei malviventi, ormai allontanatisi dal casolare", scrive l’accusa.

Tre colpi "verso il basso", di cui uno raggiunse alle spalle Ene, che assieme ai complici stava fuggendo verso la campagna. Il proiettile ha colpito il 32enne all’altezza della scapola destra raggiungendo il petto, senza però fuoriuscire. L’uomo è morto subito dopo. La Procura non ha accolto l’ipotesi di legittima difesa, poiché Natalini avrebbe agito "in assenza di necessità di difesa", dato che i ladri stavano già scappando, "in assenza di una situazione di attuale pericolo e di rischio di aggressione" e "durante atti di desistenza" da parte della vittima e dei suoi complici. Il 69enne avrebbe agito con "imprudenza", per avere sparato verso il basso, rischiando appunto di colpire i ladri, e non verso l’alto o in un’altra direzione, come avrebbe potuto dato che intendeva solamente spaventarli.

La perizia balistica, effettuata dal tecnico incaricato dalla Procura Raffaella Sorropago, escluse che i tre colpi fossero stati inizialmente diretti oltre l’altezza uomo, dato che gli inquirenti, sul luogo dell’omicidio, non trovarono proiettili o frammenti nel cortile antistante o lungo le pareti della stalla, rientranti nel cono di tiro. Dunque, l’ipotesi formulata era che i contraccolpi dell’arma leggera avessero modificato in altezza la traiettoria del proiettile fatale, raggiungendo infine Georgean alle spalle.

"La posizione del mio assistito è senz’altro alleggerita, ma il capo d’accusa presenta criticità che cercheremo di approfondire – commenta il difensore di Natalini, l’avvocato Giovanni Donati –, soprattutto sull’attualità del pericolo nei confronti suoi e della moglie e sulla posizione esatta della vittima quando è stata colpita. Chiederemo di essere sentiti di nuovo su alcuni dettagli della vicenda e anche che venga approfondita la caratura criminale della banda, che ci risulta abbia precedenti in tutta Europa, addirittura anche per tentato omicidio". La famiglia della vittima è rappresentata dall’avvocato Pier Francesco Uselli.

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