Sparatoria Pilastro Bologna: pusher braccato. Pistola nascosta in un'auto

Il ferito, un marocchino di 26 anni, ha precedenti per fatti di droga. La Squadra mobile sulle tracce di uno spacciatore nordafricano. Non è esclusa la partecipazione di altre persone al ‘regolamento di conti’: trovati in via Natali altri due coltelli e un machete

Scientifica e Squadra mobile sono tornati al Pilastro, dove è stata trovata una pistola

Scientifica e Squadra mobile sono tornati al Pilastro, dove è stata trovata una pistola

Bologna, 13 maggio 2021 - I poliziotti sono andati a colpo sicuro. Verso una vecchia monovolume nera, con i vetri sfondati, parcheggiata in via Deledda, dietro un palazzone di edilizia popolare. E lì sotto hanno trovato quello che cercavano: una pistola, compatibile con quella che martedì sera ha sparato contro un ventiseinne marocchino in via Natali. Ora, la Scientifica, che ha passato la mattinata al Pilastro, la dovrà analizzare per accertare che se si tratti, effettivamente, dell’arma del tentato omicidio. Un elemento che si aggiunge a delineare il quadro, sempre più nitido, in cui è maturata l’aggressione.

L'aggiornamento Tentato omicidio Pilastro, indagini: il sospettato ha lasciato la città

L’ambito, è assodato, è quello della droga. Il ferito, che è stato passato da parte a parte dal proiettile che lo ha colpito al fianco senza ledere organi vitali, è conosciuto agli uffici di polizia, perché faccia nota dello spaccio di quartiere. Il ragazzo, un miracolato, visto che se l’è cavata con appena 15 giorni di prognosi ed è stato dimesso nella nottata dall’ospedale Maggiore dopo essere stato medicato, è stato subito ascoltato dagli agenti della Squadra mobile di Roberto Pititto. Ha negato, come spesso in questi contesti accade, di conoscere l’aggressore, ha negato di sapere i motivi che hanno portato a sparargli.

Ma mezzo quartiere, martedì pomeriggio, lo ha sentito gridare contro un altro, che ha poi estratto la pistola e fatto fuoco, mettendo a tacere ogni urlo. I testimoni, l’uomo che ha chiamato la polizia dopo lo sparo, hanno infatti parlato tutti di una lite animata, conclusa con il colpo di pistola. E alcuni hanno accennato alla presenza di più persone, armate di coltelli, in quel momento in via Natali. Coltelli che sono stati, puntualmente, trovati tra martedì notte e ieri mattina dagli agenti. Uno sulle scale del civico 3 di via Natali; un altro nell’androne di un palazzo della stessa via.

E un machete nel giardino condominiale. Una circostanza, in questo caso, va accennata. L’altra sera, mentre gli agenti setacciavano il Pilastro alla ricerca del ‘pistolero’ che girava presumibilmente ancora armato, un paio di ragazzi si sono avvicinati al cortile in questione e hanno fatto per raccogliere qualcosa da terra. Gli agenti se ne sono accorti, loro hanno mollato la presa e se ne sono andati: si trattava proprio del machete. Ora: i ragazzi sapevano dove cercare l’arma. Come mai? Perché probabilmente avevano visto o preso parte all’aggressione. Ed erano tornati sul ‘luogo del delitto’ per recuperare l’arma abbandonata, nella speranza di non essere notati, nella confusione generale, dalla polizia. Che non esclude, ora, alcuna ipotesi. Una spedizione punitiva; un regolamento di conti tra bande per la spartizione della piazza; un debito di droga: sono queste, al momento, le piste su cui si muovono gli inquirenti per delineare dinamiche e protagonisti della brutta vicenda che ha di nuovo portato in prima pagina il Pilastro.

La Squadra mobile con difficoltà è riuscita a ottenere informazioni utili dai presenti. Poca la voglia di parlare dei residenti di via Natali, più forte la paura di ritorsioni, in un quartiere difficile, dove persistono sacche notevoli di delinquenza difficili da scalfire. E nessuna immagine utile, visto che la zona non è coperta - e questo tutti i residenti lo sanno, anche i più ‘problematici’ - da un impianto di videosorveglianza pubblico. Malgrado questo contesto complesso, alcune informazioni sono arrivate a destinazione. Il luogo dove cercare l’arma; l’identikit del sospetto aggressore. Uno spacciatore anche lui nordafricano, a quanto pare, su cui gli inquirenti, coordinati dal pm Roberto Ceroni, stanno ora stringendo il cerchio.  

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