Bologna, la start up che rivoluziona il modo in cui i robot prendono gli oggetti

Si chiama Adaptronics e usa un sistema che si basa sulla ‘elettroadesione’. Ha vinto un contest della Regione e può trasformare il mondo della logistica (anche nello spazio)

Uomini e robot, una collaborazione sempre più stretta

Uomini e robot, una collaborazione sempre più stretta

Bologna, 4 marzo 2023 – Reinventare il modo in cui i robot raccolgono gli oggetti. È l’obiettivo che si è posta la start up emiliano-romagnola Adaptronics, che sta lavorando sulla ‘elettroadesione’. Il principio è lo stesso di un gioco che, almeno una volta, abbiamo fatto tutti da bambini. “Avete presente quando strofinando un palloncino sui capelli, questo rimane attaccato? - spiega Lorenzo Agostini, cofondatore di Adaptronics insieme a Camilla Conti, Rocco Vertechy e Gavino Boringhieri -. Abbiamo creato un film sottile che, quando è attivato elettricamente, si ‘appiccica’ agli oggetti. La nostra tecnologia si può applicare come un polpastrello sulle mani dei robot, in modo tale da semplificare la presa e lo spostamento di un oggetto”. COSA PUO’ SOLLEVARE

Gli effetti sono sorprendenti. Questa invenzione, infatti, è in grado di sollevare fino a 50 chilogrammi con due ‘patch’ (diciamo così, il ‘polpastrello’ del braccio robot) piccole come carte di credito e una forza di presa totale che può essere scalata semplicemente aumentando la superficie totale. “Impieghiamo una forza elettrostatica che riesce ad agevolare le operazioni di presa di oggetti di qualunque forma, dimensione e materiale, senza schiacciarli per evitare danneggiamenti, e con un occhio rivolto alla sostenibilità dal momento che sfruttiamo un principio elettrostatico altamente efficiente energeticamente”, specifica Agostini. LE APPLICAZIONI: NON SOLO LOGISTICA

Le applicazioni possibili sono molteplici: la prima che viene in mente è la logistica industriale, nei magazzini dove vengono spostati pacchi e altri oggetti, che, evitando la presa tipo pinza, non rischiano di essere danneggiati, ma anche per le consegne dell’ultimo miglio (magari tramite droni). Inoltre, osserva Agostini, “tale principio, inoltre, funziona anche nello spazio e questo ci dà un vantaggio in termini di competitività in questo settore”. Lo spazio, ancora una volta, come ultima frontiera. IL SISTEMA EMILIA-ROMAGNA

Quella di Adaptronics è la storia di un sistema. La società, infatti si è classificata prima all’Emilia-Romagna Start Cup 2021, aprendosi anche le porte per il Premio Nazionale per l’Innovazione, dove ha poi trionfato. Fondamentale, poi, la collaborazione con il laboratorio dell’Università di Bologna Saima (Sensori e Attuatori Intelligenti per il Manifatturiero Avanzato), diretto dal professor Vertechy. La vera svolta è il Mindset program della Regione Emilia-Romagna, che porta Agostini e Conti tra le start-up in Silicon Valley e dà loro gli strumenti per mettere Adaptronics sul mercato nel modo migliore possibile. “Stiamo lavorando per raccogliere il nostro primo round di investimento che ci servirà per avere una squadra operativa al 100% con personale assunto per potere far fronte a tutte le richieste che riceviamo dalle aziende per prototipi e proof of concept”, dice Agostini. Luogo di partenza Bologna, ma il navigatore è impostato sugli Stati Uniti: “Per noi quello è un mercato importantissimo - chiude Agostini - dal momento che siamo impegnati anche nel settore aerospaziale che attualmente ha enormi potenzialità di crescita”.

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