Bologna, strage 2 agosto. Bolognesi: "Ora solo fatti concreti"

Il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime trappa gli applausi dei cittadini e la promessa del presidente della Camera, Fico di incontrarlo a settembre a Montecitorio per fare il punto sui passi da compiere

Paolo Bolognesi

Paolo Bolognesi

Bologna 2 agosto 2018 - “Vogliamo una classe dirigente che non ha paura della verità. Basta a collusioni e depistaggi di alti rappresentati dello Stato che hanno evitato di arrivare alla verità”. Queste le parole del presidente Paolo Bolognesi che ha conquistato gli applausi della città seguito dall’associazione delle vittime della strage del 2 agosto. Un corteo, quello partito alle 9,15 da piazza Maggiore, anche quest’anno numerossissimo e atteso con scalpitazione dalle persone posizionate sotto le volte dei portici. Una partenza scissa in due, il corteo si riunisce in via Indipendenza per giungere insieme in stazione. A sfilare l’associazione vigili del fuoco, l’associaizione nazionale partigiani e i diversi rappresentanti di comuni e regione. Un'onda di stendardi colorati in memoria di una strage che dopo 38 anni la città dimostra di voler ardentemente ricordare. Non poteva mancare inoltre l’inconfondibile striscione che con la freddezza dei numeri riporta nero su bianco il conteggio dei 200 feriti e 85 morti.

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Poco di prima di partire per il corteo, il ministro del Pd Martina e il presidente dell’associazione delle vittime Paolo Bolognesi si scambiano poche parole. “In queste situazioni non c’è maggioranza o opposizione - promette Martina - dobbiamo fare un lavoro collettivo“. Anche Fico si unisce al corteo a fianco di Bolognesi e si mette in ascolto di alcuni dei famigliari. Applausi a Bolognesi che con forza ricorda i successi ottenuti quest’anno e sottolinea l’importanza di perseguire nella ricerca della verità. “Promettere il massimo negli anniversari e mai attuarlo - attacca Bolognesi - una classe dirigente seria avrebbe il dovere di fare chiarezza sui fatti oscuri della nostra storia. Vogliamo una classe che non ha paura della verità. Basta a collusioni e depistaggi”. E prosegue: “Non abbiamo scelto di essere vittime, il nostro è un duro impegno civile, un dovere morale per evitare che altri subiscano i lutti che abbiamo subito noi”.

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Fico raccoglie subito e gli anticipa l’annuncio che farà poco dopo dal palco: una riunione a settembre a Roma, a Montecitorio, con i parenti delle vittime per fare il punto sui passi da compiere. ‘Ora e sempre resistenza’ il coro che si alza tra la folla riunita in piazza al termine del discorso del presidente dell’associazione in attesa dello scoccare delle 10,25. Urlati al cielo i nomi delle vittime e I tre sibili del locomotore segneranno l’inizio del minuto di silenzio. Mattarella lascia un messaggio a distanza per ricordare l’importanza della vigilanza e il dovere morale dell’essere cittadini. Alla fine anche presidente della camera Fico rivolge un pensiero ai numerosi raccolti in piazzale Medaglie d’Oro e tra gli applausi dichiara: “In questi 38 anni lo Stato è mancato, noi dobbiamo ricongiungere Stato e cittadini, si cresce solo se si riparano queste ferite”. 

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