Studenti a occhi coperti all'esame Unibo: "Inaccettabile, non ricapiterà"

Bufera alla facoltà di Filosofia Il coordinatore Guidetti: "Gesto incauto del docente, ma non vessatorio"

Il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini

Il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini

Bologna, 26 maggio 2021 - Si sono dovuti coprire gli occhi con le mani, per assicurare di non copiare durante l’esame orale via webcam. È successo ad alcuni studenti di Filosofia all’Unibo, intenti nell’esame orale di Storia e filosofia antica. I ragazzi hanno trovato la richiesta "umiliante" e "inaccettabile" e così i loro rappresentanti dell’associazione Link hanno denunciato il fatto, allertando pure l’ateneo. "È inconcepibile che con tutti i nuovi metodi di insegnamento online alcuni insegnanti ritengano di dover utilizzare pratiche svilenti come questa, che frustano la dignità degli studenti –, spiega il loro coordinatore, Lorenzo Baldino –. Questi metodi ’punitivi’ non valorizzano il ruolo degli studenti e la loro partecipazione nel processo formativo, e stimolano disturbi legati all’ansia".

Studenti Unibo denunciano: "Obbligati a coprirci gli occhi durante un esame online"

Immediata la replica di Unibo: "Abbiamo informato il garante di ateneo, cioè il magistrato incaricato di valutare eventuali provvedimenti", spiega il professor Luca Guidetti, coordinatore del corso di laurea in Filosofia. Provvedimenti che però pare non saranno presi: "Ho personalmente contattato il docente che tiene il corso, un professore in pensione con contratto a titolo gratuito – prosegue Guidetti –, che ha assicurato che non lo farà mai più. E noi monitoreremo la situazione, assieme anche al direttore del Dipartimento, Giovanni Matteucci".  

Il gesto di chiedere ai ragazzi di coprirsi gli occhi, per Guidetti, è "umiliante e non accettabile. Lede i diritti e la dignità dei nostri studenti ed è contraria al codice etico dell’ateneo, oltre che al principio di ’umanità’. Inoltre, mina il bellissimo rapporto che anche in tempo di pandemia siamo riusciti a coltivare e mantenere con i ragazzi". Al titolare del corso è stato chiesto anche di adottare altre modalità più consone per gli esami, compresa quella di tornare in presenza, ora che è consentito.  

Ciò detto, "anche se trovo non ci siano scuse per l’accaduto, credo che il professore sia stato incauto, più che spinto da volontà di vessazione: questi nuovi mezzi tecnologici hanno messo in difficoltà alcuni colleghi più anziani ed effettivamente è capitato più volte di ’pizzicare’ qualcuno a copiare. Inoltre, la richiesta è durata pochi secondi, su un esame durato 30-40 minuti: lo stretto necessario perché i ragazzi recitassero un elenco piuttosto breve di eventi storico-filosofici, che avrebbero dovuto sapere a memoria", conclude il professor Guidetti.  

f. o.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro