Terreni agricoli, 80 ettari allagati "Già seminati, raccolti a rischio"

Garagnani (Confagricoltura): "Se in 24 ore l’acqua defluisce, qualcosa si salverà. Altrimenti muore tutto"

Terreni agricoli, 80 ettari allagati  "Già seminati, raccolti a rischio"

Terreni agricoli, 80 ettari allagati "Già seminati, raccolti a rischio"

di Luca Orsi

Ottanta ettari di terreni agricoli allagati, da Ozzano verso Imola. Un vasto triangolo di pianura trasformato in mare, con acqua profonda da 50 centimetri a un metro e mezzo. È ancora presto per una prima conta dei danni. Ma oltre ai raccolti, l’acqua ha danneggiato abitazioni, magazzini con concimi, sementi, macchine agricole. Le conseguenze, per gli agricoltori colpiti, potrebbero quindi essere pesantissime.

Si tratta, infatti, "di una zona tutta a seminativi", spiega Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna. Grano, barbabietole, cipolle, mais da seme: tutto è finito sotto acqua mista a melma. Con problemi di asfissia radicale, oltre a un dilavamento dei terreni e la perdita di piantine appena germogliate.

Il destino dei raccolti dipende dal tempo in cui rimarranno sommersi. "Se in 24 ore l’acqua defluisce, qualcosa si salverà. Se ci vuole una settimana, muore tutto. E parleremo di danni ingentissimi".

"Di fronte a un disastro simile, che purtroppo ha causato anche delle vittime, si resta basiti, ci si sente inermi", ammette Alberto Notari, presidente di Cia-agricoltori italiani Emilia Centro.

Sono finiti sott’acqua – o danneggiati da frane e smottamenti – terreni già seminati, "pronti per un’annata agraria che già partiva molto in salita", commenta. Ricordando come, per esempio, il prezzo del grano alla trebbia sia "sotto al costo di produzione. Ora l’alluvione, disarmante".

Alle 18 di martedì, la centralina di un’azienda agricola di Ozzano "segnava 260 millimetri di acqua caduti. E ha continuato a piovere ancora per ore", dice Garagnani. "Non esiste infrastruttura al mondo in grado di gestire" un’alluvione del genere.

La situazione, commenta Notari, "è paradossale. Dopo un anno di siccità, senza piogge, in soli tre giorni piove così tanto da allagare tutto".

Di "sequenza nefasta, purtroppo non più eccezionale," parla Stefano Francia, presidente di Cia-Emilia-Romagna. "Ora non ci resta che fare la conta dei danni che si sommano alle gelate di alcune settimane fa che, da sole, hanno già causato perdite ingenti alla frutticoltura".

Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, chiede "interventi immediati per aiutare le popolazioni colpite dal maltempo e sostenere le aziende, che hanno subito milioni di euro di danni".

L’appello di Prandini è "garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire".

Garagnani ricorda come "la manutenzione delle vie di scolo delle acque" sia un importante argomento "che continuiamo a non affrontare".

Gli scoli dei canali di bonifica, spiega il presidente di Confagricoltura Bologna, "hanno sezioni calcolate per precipitazioni di 60 millimetri in 24 ore, per tre giorni di fila". Le piogge di questi ultimi giorni sono di ben altra portata.

"Il nostro sistema idraulico non tiene più, e questo ci dimostra quanto sia importante la manutenzione della rete di scoli garantita dagli agricoltori", afferma Garagnani. Che ribadisce anche l’importanza di realizzare una rete di invasi "per fermare l’acqua in alto".

"Se ne parla da almeno vent’anni – calcola – e non si è fatto nulla. Purtroppo i fatti di questi giorni ci dimostrano che certe scelte, che si sarebbero dovute fare da tempo, ora non sono più rinviabili. Chi si oppone (ambientalisti in primis, ndr) dovrebbe capire che è ora di fare qualche passo indietro".

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