Torpedine: "Il Volo, l’Italia che fa sognare"

Il manager racconta i successi dei tre artisti e ripercorre le origini da orchestrale. "Una stagione irripetibile, Mingardi era il più grande"

Torpedine: "Il Volo, l’Italia che fa sognare"

Torpedine: "Il Volo, l’Italia che fa sognare"

di Pierfrancesco Pacoda

Tra le folle osannanti che hanno accolto le loro canzoni a Città del Messico, dove ad ascoltarli erano in dodicimila, e a Zagabria, per citare solo due tra le tanti recenti date internazionali, e il successo del loro concerto all’Arena di Verona trasmesso su Canale 5, i tre cantanti de Il Volo sono sicuramente il simbolo di un made in Italy canoro che porta la tradizione del ‘bel canto’ a un pubblico vastissimo. Merito, naturalmente, di un talento unico e straordinario e di tanto studio quotidiano, ma anche del lavoro di Michele Torpedine, il loro manager che, da Bologna, città dove vive, ha lanciato, prima di loro, per fare solo qualche nome, Andrea Bocelli e Zucchero. Questa sera andrà in onda la seconda parte dello spettacolo.

Torpedine, la fama de Il Volo, Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, confermata dal concerto su Canale 5, ha una dimensione sempre più planetaria.

"Sì, perché sono la perfetta rappresentazione di come il nostro repertorio tradizionale, interpretato da tre straordinari solisti, non abbia eguali nel mondo. All’estero gli ascoltatori identificano la loro musica con la bellezza, la gioia e anche l’orgoglio dell’essere italiani. Sono particolarmente felice del concerto di Verona perché forse, finalmente, anche nel nostro Paese, la smetteremo di dare alla parola ‘nazionalpopolare’ una accezione negativa".

Lei ha parlato di tre solisti.

"La caratteristica dei tre cantanti è dì essere delle grandi individualità artistiche, ognuno con una propria identità, capace, se volesse, di una carriera solisti brillante e con lo stesso livello di notorietà del gruppo. Proprio per dimostrarlo il programma tv si chiamava Tutti per uno, perché focalizzava l’attenzione sul valore creativo dei singoli, oltre che su quello del gruppo. Grazie anche ai tanti duetti, Il Volo ha confermato di essere un simbolo del made in Italy migliore, quello dei buoni sentimenti, che fa sognare".

Lei nasce come orchestrale, suonava la batteria, prima di iniziare la sua attività di manager. Chi erano i protagonisti di quella stagione?

"È stata una stagione irripetibile, raccontata meravigliosamente nell’ultimo libro del mio amico Andrea Mingardi, Così si suonava in Paradiso che ha presentato di recente a Bologna e, io, per motivi di lavoro, non c’ero. Andrea era il più grande di tutti, la sua orchestra la più bella, tecnicamente la migliore, e anche quella più costosa. Tutti noi orchestrali lo consideravamo uno di un altro pianeta. Un musicista per noi irraggiungibile. Leggete il libro se volete ritrovare l’atmosfera della vera Bologna musicale. Nulla di paragonabile a oggi".

Quali programmi avete con Il Volo?

"Porteremo dal 2 al 4 settembre Tutti per uno al Teatro degli Arcimboldi a Milano. Sarà una occasione per ammirare Il Volo in una dimensione più intima. Verranno a trovarci tantissimi addetti ai lavori, giornalisti, manager, da ogni angolo del mondo. E non escludiamo una possibile partecipazione al Festival di Sanremo. Con la direzione di Amadeus anche tra i cantanti più famosi è tornata la voglia di partecipare alla gara. Ovviamente tutto è legato all’avere la canzone perfetta. Per adesso non c’è alcuna decisione, ma solo un interesse".

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