
Delitto Gozzoli, le indagini e, nella foto piccola, la vittima
Bologna, 3 aprile 2024 – Dna sul collo della vittima, che potrebbe ‘svelare’ l’identità dell’assassino che lo ha strangolato. Si è svolta ieri l’udienza preliminare nei confronti dei due romeni, di 20 e 21 anni, attualmente detenuti al Sant’Anna di Modena e accusati dell’omicidio di Alessandro Gozzoli, 41enne di Bazzano, trovato morto nel suo appartamento di Casinalbo il 10 marzo di un anno fa con mani e piedi legati.
Nel corso dell’udienza, davanti al giudice del tribunale di Modena, il legale che assiste uno dei due amici, l’avvocato Andrea Margotti ha infatti chiesto per l’imputato il rito abbreviato condizionato ad un accertamento medico legale.
"E’ stata una udienza interlocutoria quella di oggi (ieri, ndr): è stata rinviata all’8 aprile e per il mio assistito ho chiesto un abbreviato condizionato ad un approfondimento istruttorio sulla perizia medico legale, su un aspetto che non era stato affrontato – ha affermato l’avvocato – Il giudice si è riservato e scioglierà la riserva lunedì. E’ stato trovato Dna su un livido nel collo della vittima: riteniamo che non appartenga al mio assistito e la perizia medico legale dovrà accertare questo abbia causato la morte e che, nel caso, sarebbe attribuibile ad un’altra persona".
I due giovani amici erano stati arrestati uno in Romania e l’altro in Inghilterra. I due erano fuggiti dopo il delitto a bordo dell’auto della vittima. Ieri, nel corso dell’udienza, i legali che assistono l’altro imputato, avevano sollevato un’eccezione poi rigettata dal giudice.
"Oggi abbiamo appreso che, a fronte di una difformità tra il fascicolo cartaceo e quello digitale, quello digitale non è ritenuto congruo. Come da provvedimento del procuratore capo del 2022, a seguito di un esito positivo della sperimentazione, era stata data la possibilità di integrare il fascicolo attraverso i sistemi informatici messi a disposizione dal ministero della Giustizia - spiegano - ma il fascicolo che ci hanno messo a disposizione manca di circa mille pagine: abbiamo sollevato la questione e ci hanno risposto di vedere il cartaceo. Noi riteniamo sia assolutamente fondata la nostra eccezione e ci riserviamo la possibilità di presentare ricorso per Cassazione".
Presente ieri anche l’avvocata della famiglia di Gozzoli, Rita Nanetti. Entrambi gli imputati sono accusati di omicidio volontario aggravato, rapina e indebito utilizzo di carte di credito. La vittima morì, secondo l’autopsia per asfissia meccanica acuta da compressione. Ora, quell’impronta di Dna trovata in corrispondenza di una ecchimosi sul collo della vittima, potrebbe fornire elementi fondamentali. Dagli accertamenti – coordinati dalla procura -, era emerso come quella notte i due, dopo aver conosciuto la vittima presso altri amici di Bologna, si fossero recati nella sua abitazione di Formigine per trascorrere la serata insieme. Durante la stessa, nell’ambito di un rapporto gli indagati avevano immobilizzato Gozzoli bloccandogli le gambe con lacci al letto e legandogli i polsi dietro alla schiena. Con estrema violenza i due lo avevano poi ucciso soffocandolo.