Tram, cantieri aperti a inizio 2023 "Il prossimo governo non lo fermi"

Sottoscritto il primo contratto per la realizzazione della linea rossa, da Borgo Panigale a San Donato. Lepore: "Dalle grandi opere non si torna indietro". Il ministro Giovannini: "La strada è la sostenibilità"

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di Giorgia De Cupertinis

In un passo dei Canti Orfici, Dino Campana descriveva il tram come una "linea nel cielo ferreo di fili curvi" mentre "la mole bianca della città torreggia" intorno, "come un sogno". E, verso quella stessa linea, Bologna comincia ora a indirizzarsi, presentandosi quale motore del cambiamento per una vera e propria transizione ecologica. Così come confermato dal sindaco Matteo Lepore, ieri mattina, in occasione della sottoscrizione del contratto per la realizzazione della linea rossa del tram, a cui è seguita la prima riunione della cabina di Regia alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Enrico Giovannini e i rappresentanti delle aziende che hanno sottoscritto il contratto d’appalto (Cmb, Alstom Ferroviaria e Pavimental).

Si parla di un appalto da 509 milioni di euro complessivi, di cui 320 dedicati a questo contratto, e che mira a rendere operativa la prima linea, da Borgo Panigale a San Donato, entro il 2026 . "Quartieri che - precisa Lepore - sono solitamente considerati di periferia, ma che potranno ora essere collegati in pochi minuti con il centro della città". Entro il 6 dicembre, invece, dovrà essere presentato il progetto esecutivo e, a settembre, il Comune dovrebbe pubblicare la gara per l’affidamento dei servizi di direzione lavori, coordinamento sicurezza e collaudo. I cantieri, dunque, dovrebbero partire nei primi mesi del prossimo anno.

Ma se il trasporto pubblico bolognese intende ora presentarsi alla comunità quale trampolino di lancio verso uno scenario sempre più sostenibile, l’altra sfida, parallelamente, rimane quella di sostenere i propri cittadini anche in corso d’opera, consentendo loro una partecipazione diretta sul tema.

"I cantieri comporteranno disagi, perché attraverseranno la città. Stiamo mettendo in piedi un progetto di comunicazione e di coinvolgimento affinché le criticità siano ridotte al minimo e soprattutto perché sappiano, settimana per settimana, quello che realizzeremo con queste opere: quali saranno i disagi, quali le alternative e anche quali gli incentivi e i sostegni che daremo alle persone e agli esercizi commerciali" assicura Lepore.

Che nessuno sia lasciato indietro, insomma. Così come nessuna infrastruttura dovrà, in alcun modo, vedere il suo arresto. Da qui il chiaro appello del sindaco al futuro Governo, per tutelare le opere in cantiere e la loro realizzazione, anche davanti a uno scenario più che incerto. "Fermarsi sarebbe un errore capace di danneggiare tutti gli italiani – afferma –. Mi auguro, infatti, che non ci siano Governi che diano uno stop alle opere, perché abbiamo realmente bisogno di questi investimenti". E aggiunge: "Dei duecento miliardi euro pianificati del Pnrr, due terzi sono già stati impegnati, e in questi rientrano anche le opere per Bologna".

Rimane sulla stessa linea, o meglio sugli stessi binari, anche il Ministro Giovannini. "Il Ministero ha supportato questa trasformazione del sistema della mobilità nel senso della sostenibilità e mi auguro che il nuovo Governo faccia altrettanto. Mobilità e rigenerazione urbana sono due dimensioni che devono e possono andare di pari passo nella logica del superamento delle disuguaglianze territoriali, sociali, di genere". Gli appelli, le richieste e gli auspici non terminano qui. E’ stato lo stesso Lepore, infatti, a sottolineare l’importanza "sociale e democratica del tram", dove le fasce più deboli non paghino lo scotto dei cantieri.

"Oggi (ieri, ndr) insieme al ministro Orlando abbiamo presentato il decreto che attua una misura molto importante dell’ultimo decreto Aiuti, cioè il Bonus trasporto pubblico locale – precisa Giovannini –. Per le persone con un reddito inferiore a 35 mila euro sarà possibile chiedere un bonus fino a 60 euro, per, immaginiamo, un abbonamento annuale a carico dello Stato". Sperimentazione, questa, basata sul modello spagnolo e tedesco, volto ad abbattere drasticamente il costo del trasporto pubblico locale al fine di aumentare la domanda. E anche Bologna, ora, vuole così presentarsi come modello. "E’ un approccio giusto - conclude Giovannini - che mette al centro la sostenibilità ambientale e che va tenuto presente anche per il futuro".

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