Tutti i rossoblù per Ferrerio: "Forza Davide"

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Un tripudio di cori, gli striscioni, le magliette con la frase impressa sul petto dei giocatori del Bologna durante il riscaldamento prepartita con il Torino. Tutto questo per Davide, il giovane tifosissimo rossoblù picchiato a Crotone la scorsa estate e ridotto in coma per un assurdo scambio di persona, davanti ai suoi genitori presenti sugli spalti del Dall’Ara. Il momento più emozionante è stato il coro alla fine della partita vinta contro i granata, con l’intero stadio a gridare "Forza Davide".

Davide Ferrerio, 20 anni, la passione per il suo Bologna e un destino sfortunato. L’11 agosto il giovane si trovava in vacanza dai nonni a Crotone. Stava attendendo un amico in piazza per andare insieme in pizzeria quando, per un maledetto scambio di persona, è stato aggredito a pugni dal ventunenne senza fissa dimora Nicolò Passalacqua. È bastato un colpo, fortissimo, alla testa per farlo cadere a terra come un sacco vuoto.

Da quel momento Davide è in coma, ricoverato in Rianimazione all’ospedale Maggiore. Lotta per la vita e potrebbe non svegliarsi più. Il suo aggressore è in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Ma alla famiglia e per prima a mamma Giuseppina Orlando, assistita dall’avvocato Gabriele Bordoni, questo non basta. La donna vuole essere sicura che la giustizia arrivi a tutte le persone che ritiene responsabili dell’aggressione subita dal figlio. Così, lunedì ha scritto una lettera al neo ministro della Giustizia, Carlo Nordio per chiedere di indagare per concorso in tentato omicidio anche il trentunenne vero obiettivo dell’ira di Passalacqua.

"Ho la camicia bianca", scrisse il trentunenne a Passalacqua via messaggio. E mentre lui, con la sua maglietta azzurra, venne ripreso dalle telecamere mentre si allontanava dalla piazza in moto, poco più in là l’ignaro bolognese in camicia fu brutalmente aggredito. Il resto è tristemente noto. L’altra persona che i genitori di Ferrerio vogliono che sia indagata per concorso in tentato omicidio è la madre della fidanzata di Passalacqua, responsabile secondo la famiglia di avere organizzato la "spedizione punitiva".

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