TUTTI I VOLTI DI SAN PETRONIO

Ieri sera, spettatori a bocca aperta per lo show di videomapping sulla facciata della basilica. Bologna Festival ha rivelato così i progetti mai realizzati per il monumento in piazza Maggiore

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La Basilica di San Petronio così non l’aveva mai vista nessuno. Lo spettacolo di videomapping del Bologna Festival, in piazza Maggiore, ha incantato una città intera proiettando 700 anni di storia sul volto del simbolo bolognese per eccellenza, con i progetti incompiuti, mai realizzati, dimenticati o anche solo pensati dai più grandi architetti. Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano, Palladio, e non solo.

Un incredibile boato di stupore ha accolto la prima proiezione, con l’inizio del concerto dell’Orchestra Senzaspine diretta da Matteo Parmeggiani. E poi via: un susseguirsi di fascino, incredulità, colpi d’occhio, magia. Rosa e azzurro, per cominciare: sulle note di Wagner e Rossini il pubblico è rimasto con il naso all’insù tutto il tempo. Poi il bianco e ancora: boato di stupore. I presenti quasi non ci credevano quando un bozzetto completamente azzurro ha ridisegnato in maniera maestosa la metà in mattoni, tra merletti e ghirigori. Un incanto.

La ‘mappatura digitale’ ha seguito per filo e per segno le bellezze architettoniche della Basilica, riuscendo a far combaciare la ricostruzione dei disegni con luci e colori, adagiati perfettamente sulle forme sinuose di San Petronio. Un’atmosfera da fiaba che ha catapultato la Piazza nel passato. O, come ha detto il sindaco Matteo Lepore, "nel futuro".

C’erano i principali attori della città, dai rappresentanti delle istituzioni ai volti più noti, come Cesare Cremonini in primissima fila. C’erano i bolognesi e i non bolognesi, affacciati per ammirare in maniera ancora più incredibile lo show unico. E poi c’erano tutti i passanti, i curiosi attirati come da un pifferaio, a centinaia, ammassati per godersi anche soltanto uno scorcio del gioco di luci incredibile che ha colorato la facciata della Basilica.

"La facciata interrotta non limita in nulla la forza della Basilica, ma esprime la vera capacità immaginativa di Bologna", l’incipit dello storico d’arte Luigi Ficacci.

Poi ha preso parola l’architetto Mario Cucinella: "Il fatto che sia incompiuta fa capire come, in tutti questi secoli, abbiamo comunque immaginato sempre qualcosa. Ed è incredibile pensare come gli architetti abbiano provato a imprimere l’idea del tempo stesso, nel tempo. Il fatto che non sia stata conclusa, ha permesso a tanti, alla città stessa, di sviluppare ancora più immaginazione. Un’opera che sembra non finita, ma in realtà finita nella mente di tutti i bolognesi". Applausi.

Francesco Moroni

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