Udienza movimentata in tribunale Sospeso il processo a Selene Ticchi

Si è aperto ieri mattina a Forlì, ed è stato subito sospeso, il processo all’attivista del Movimento Nazionale Selene Ticchi, ex Forza Nuova, imputata per violazione dell’articolo 2 della legge Mancino. Ossia, per aver indossato, alla commmorazione della marcia su Roma a ottobre del 2018 a Predappio, la maglietta con la scritta ‘Auschwitzland’, con i cancelli del campo di concentramento e il font del parco giochi Disneyland. Al processo, si sono costituite parti civili il figlio di un sopravvissuto al lager nazista e l’Anpi di Forlì, con due avvocati: Emilio Ricci e Antonio Giambrone, entrambi del foro di Roma. Ticchi è invece difesa dall’avvocato Daniele D’Urso. Il processo si è aperto a seguito dell’opposizione, presentata da D’Urso, al decreto di condanna da 9mila euro disposto dal tribunale di Forlì per la Ticchi. E ieri si è tenuta la prima udienza, piuttosto movimentata. L’avvocato D’Urso aveva prima sostenuto l’inammissibilità della nomina di due avvocati per le parti civili, che sono stati ammessi invece dal giudice Anna Fiocchi. E poi ha ricusato il giudice: "L’avvocato Giambrone ha iniziato a parlare di campi di sterminio ‘nazi-fascisti’. Io a quel punto, per precisione storica, ho detto ‘No, no, no’ e il giudice mi ha detto di star zitto, altrimenti mi avrebbe fatto uscire dall’aula. E io mi sono alzato, per andarmene", spiega l’avvocato D’Urso. A quel punto, "abbiamo ricusato il giudice". Il processo, per il momento, è stato sospeso.

 

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