Bologna, 23 aprile 2022 - Margaret Mead lo aveva messo in chiaro oltre cinquant’anni fa: "il nostro impegno più profondo nel modo in cui la vita umana deve essere vissuta e curata, dipende da una qualche forma di volontariato". E, nel reparto di neurochirurgia e neuropsichiatria pediatrica IRCCS ISNB nel Policlinico Sant’Orsola, l’associazione BimboTu continua a trasformare il messaggio dell’antropologa americana in realtà. Era la prima settimana di marzo quando Shandor – profugo ucraino di otto mesi, affetto da idrocefalo – scampò alle ingiurie della guerra per arrivare sotto le due Torri insieme alla sua famiglia: un lungo viaggio da Beregszàsz, piccola città al confine con l’Ungheria, conclusosi con l’arrivo in Italia e il ricovero nel reparto di Pediatria d’urgenza del professor Marcello Lanari, a cui è seguita l’operazione condotta dal dottor Zucchelli e la sua équipe. In quella che è in tutto e per tutto una nuova sfida, il piccolo Shandor e la sua famiglia possono stringere ora anche le mani di chi trascorre con loro le giornate, in un reparto che cerca di ricreare, il più possibile, "un ambiente di casa". "Ho fatto per dieci anni il volontario e assunto vari ruoli, ma dallo scorso anno passo ogni pomeriggio nei reparti. Assisto le famiglie, monitoro i loro bisogni extra sanitari e coordino i volontari – spiega Lorenzo Trentin, responsabile famiglie BimboTu –. Alla famiglia di Shandor abbiamo donato un passeggino, un seggiolino, vestiti per la mamma e per i figli, così come diversi giocattoli. Ma soprattutto ci siamo impegnati a trovare un traduttore ungherese, l’unica lingua che parlano". "I disagi non sono pochi. A partire dal loro viaggio, dove sono arrivati qui soltanto con due valigie e qualche zainetto per tutta la famiglia: il nostro aiuto rimane un impegno quotidiano – continua Lorenzo –. La volontà del papà è ...
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