"Vaccini Bologna, l’adesione alla profilassi scende tra i più giovani"

Morena Borsari, direttore del Dipartimento farmaceutico interaziendale: "Era al 90 per cento con gli over 80, è calata al 70 per cento tra i 60-64 ed è al 65 per cento tra i 55-59"

Morena Borsari, direttore del Dipartimento farmaceutico interaziendale

Morena Borsari, direttore del Dipartimento farmaceutico interaziendale

Bologna 15 maggio 2021 - Scatole, fiale, dosi, consegne, distribuzioni, navette: tutto passa dalla farmacia dell’ospedale Maggiore, punto nevralgico per l’andamento della campagna vaccinale Ausl sotto le Due Torri, a partire dal Vaccine day del 27 dicembre.

Via libera ai vaccini in azienda. Novità per le categorie prioritarie - Vaccino agli over 40, prenotazioni da lunedì Da lunedì si potranno candidare alla vaccinazione contro il Covid anche i quarantenni: come cambierà la vostra organizzazione? "Dovremo prevedere un’altra agenda e farà parte del confronto quotidiano con l’ingegnere gestionale che si occupa di questo settore, diciamo che è un lavoro dinamico", risponde sorridendo Morena Borsari, direttore del Dipartimento farmaceutico interaziendale. Nella formazione delle agende gioca un ruolo anche la previsione delle prenotazioni? "Certo. Infatti se l’adesione di una classe d’età non è elevata, i vaccini che potrebbero essere in più vengono riprogrammati subito per un’altra categoria". Come vanno le adesioni? "Diminuiscono con il calare dell’età: 90% per gli over 80, 85% i settantenni, 78% per la fascia 65-69, 70% per quella 60-64 e siamo al 65% per chi va dai 55 ai 59 anni, anche se le prenotazioni si sono aperte solo lunedì". Le scorte dei vaccini sono sufficienti per tutti? "Abbiamo 37.500 dosi perché poco fa ne sono arrivate 4.620 di AstraZeneca e 2.880 di Johnson&Johnson. E lunedì ne attendiamo 5.610 di Moderna, giovedì 30.420 di Pfizer. Inoltre, il 22 maggio 3.600 di J&J e il 25 altre 5.260 di AstraZeneca e due giorni dopo 29.250 di Pfizer; poi il 1° giugno 25mila di AstraZeneca e il 3 giugno 46.800 di Pfizer".

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Se le consegne slittassero che cosa accadrebbe? "Potremmo andare avanti per poco tempo perché facciamo 7mila vaccinazione al giorno, senza contare che a volte siamo arrivati a 9mila, e quindi le scorte finirebbero in fretta. In questo momento, la campagna si basa principalmente su Pfizer, che garantisce una fornitura regolare, conosco i tempi un mese prima e posso programmare". Quindi, il suo lavoro dipende dalle consegne? "Ricevo dalla Regione, con 15-30 giorni di anticipo le previsioni sugli arrivi. E il giorno prima da Roma mi telefona la struttura commissariale che annuncia il numero di dosi in arrivo". Come si svolgono le fasi della consegna? "Apriamo i pacchi di polistirolo e controlliamo con la chiavetta data-logger abbinata il corretto mantenimento della temperatuta. Moderna, J&J e AstraZeneca sono consegnati dall’Esercito, mentre Pfizer dal corriere Dhl, ma dalla Germania ricevo via email il giorno prima la bolla di uscita della merce e l’orario della consegna e il sistema di tracciamento della temperatura: meno 80 gradi, quindi conserviamo le dosi nell’ultra frigo e le scongeliamo un giorno e o due prima dell’utilizzo". E poi è già l’ora di prepare i vaccini da somministrare. "Ogni giorno, anche nei festivi, programmiamo gli invii delle 24 ore successive, scongeliamo le dosi Pfizer e mandiamo un file ai referenti dei punti vaccinali. Poi prepariamo i pacchetti nei contenitori,ognuno con la temperatura corretta: alle 7 partono otto navette per le sede vaccinali. E se durante la giornata è necessario, organizziamo un altro giro, mentre alla sera le navette vanno a ritirare i resi, i prodotti non utilizzati in alcuni centri, che rientrano in farmacia. E poi si ricomincia".

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