"Variante indiana, primo caso a Medicina"

Il microbiologo Sambri: "A quanto risulta è una novità per l’Emilia-Romagna". Pandolfi (Ausl): "Approfondimento su un altro campione"

Vittorio Sambri

Vittorio Sambri

Primo caso di variante indiana. L’identificazione è stata fatta dalla microbiologia del Sant’Orsola e l’Ausl della Romagna ha confermato la scoperta. In seguito al "sequenziamento dei materiali biologici derivanti da casi positivi di Covid-19 identificati nell’area bolognese da parte della microbiologia del Policlinico è stato rilevato il primo caso di variante indiana nell’area", precisa l’Azienda in una nota.

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Vittorio Sambri, coordinatore della rete regionale dei laboratori Covid, osserva che "il caso è stato identificato in un residente della zona di Medicina e per quanto ne sappiamo è anche il primo in Emilia-Romagna". Al momento, però, il professore assicura che l’identificazione della variante "non rappresenta una situazione di potenziale peggioramento epidemiologico in quanto il virus non ha, allo stato attuale delle conoscenze, dimostrate caratteristiche di maggiore trasmissibilità interumana rispetto alla variante inglese ora predominante in Italia".

Il ceppo virale è "uno dei tre che compongono il mosaico genetico della variante indiana".

Il punto Variante indiana a Medicina: "Primo caso nel circondario di Imola"

Questo campione ha avuto conseguenze anche sull’attività del Dipartimento di sanità pubblica diretto da Paolo Pandolfi. "C’è stata un’ottima collaborazione tra l’Ausl di Imola e l’Ausl di Bologna. Abbiamo trovato un collegamento in un ambiente lavorativo – spiega Pandolfi – e sono stati fatti 38 tamponi. Tra questi, è risultata una persona positiva e ora è in corso un approfondimento con il laboratorio di microbiologia del Sant’Orsola, diretto dalla professoressa Tiziana Lazzarotto, per capire se anche in questo campione può risultare una variante indiana, in modo da poterlo collegare al caso di Medicina. Se emergesse la variante indiana, ci sarebbe da valutare quale potrebbe essere il caso indice, ossia il primo individuo contagiato".

Pandolfi punta sulle vaccinazioni. "Oggi a Bologna abbiamo oltre il 38% di persone vaccinate e a fine settimana saranno 4 su 10 ad aver ricevuto almeno una dose, ci stiamo avvicinando a un tasso di copertura del 50%. Scende a 62 anche il tasso di incidenza per 100mila abitanti. I nuovi casi compaiono tra i più giovani. Qualche focolaio è presente nelle scuole – ammette l’epidemiologo –, dove registriamo molti asintomatici. Le classi in quarantena ora sono 192, in aumento. I ragazzi appartengono alla classe d’età meno protetta, ma anche la meno fragile e quella su cui si deve lavorare di più, perché mantiene in circolo l’epidemia".

Intanto, ieri i nuovi contagi sono risaliti da 65 a 94 e purtroppo si registrano altre due vittime: un uomo di 82 anni di Castenaso e un anziano di 94 di Bologna. In città, il quartiere Navile continua ad avere il tasso standardizzato di incidenza più alto, con 115,2, quello biù basso, 35,1, si registra al Porto-Saragozza. Incidenza in calo nelle altre zone.

"Non abbiamo elementi per dire se il numero è indice di un cambio di tendenza, vediamo a fine settimana – osserva Lorenzo Roti, direttore sanitario dell’Ausl – Del resto l’Rt è a 0,71 Negli ospedali abbiamo ancora uno o due malati al giorno che entrano nelle terapie intensive. Novità in vista per i farmacisti. "Dalla prossima settimana organizzeremo la formazione e sarà curata dal Dipartimento di sanità pubblica, ci sarà una parte on line – prosegue Roti – seguita da un affiancamento nei punti vaccinali, da parte di medici e infermieri".

 

 

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