Via Stalingrado, sgombero nella neve Tre occupanti su un albero per ore

All’alba duecento poliziotti sono arrivati per liberare gli ex Magazzini ’abitati’ dagli attivisti vicini all’Xm24

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di Nicoletta Tempera

Nella mattinata più gelida di questo inverno, in un giorno che la cabala antagonista definirebbe simbolico (1312, ossia la sigla Acab: all cops are bastards), la polizia è arrivata, con duecento uomini, per sgomberare gli ex Magazzini del Popolo di via Stalingrado. Gli occupanti, in tre all’arrivo di Digos e Reparto mobile, erano già vigili: e si sono arrampicati subito, attrezzati con coperte termiche, su un albero all’interno del complesso, che era stato invaso lo scorso 19 novembre. I sigilli del sequestro sono subito stati apposti alla palazzina, ma per far scendere i tre ’Tarzan’ siberiani ci sono volute sei ore, tra fiocchi neve e pioggia gelata.

E un caos di traffico, per i rallentamenti di via Stalingrado. Erano circa le 6 del mattino quando sono iniziate le operazioni di sgombero: e subito il tam-tam su Telegram ha portato una quarantina di antagonisti, anime vicine alla frangia anarchica dell’ex Xm24, in presidio di fronte all’ex Mercatone. Lì sono rimasti, scaldandosi al fuoco di bidoni, fino a mezzogiorno, sotto due garebo da fiera e dietro uno striscione nero, con scritto ‘La vostra repressione non fermerà l’infestazione’, con cori contro la polizia e insulti ai cronisti.

Prima di lasciare lo spazio, gli occupanti, come scrivono sul blog ‘Infestazioni’, hanno distrutto il murales che, la settimana scorsa, era stato realizzato sulle pareti dello stabile dagli street artist Ericailcane e Infynite: "Abbiamo deciso assieme agli artisti di distruggerlo, portandolo via con noi nel cuore, non vogliamo lasciare niente alla monetizzazione privatistica dei pochi. Ridipingeremo nel prossimo spazio". Come avvenuto con Blu al fu Xm24 di via Fioravanti. Non sono mancati i momenti di tensione. Non con le forze dell’ordine però, ma con gli automobilisti, bloccati nel traffico: c’è voluta la mediazione della polizia per far desistere un padre che, con la figlia piccola, ha tentato di strappare lo striscione nero, imbestialito. Così anche una signora, che ne ha urlate di tutti i colori contro gli antagonisti, esasperata da una città dove tra cortei, manifestazioni e sgomberi, sbrigare la più ordinaria delle faccende è un’impresa. Ma eseguire il sequestro, disposto dalla Procura, era "necessario perché lo stabile è pericolante e quindi anche per la stessa incolumità degli occupanti", ha precisato il questore Isabella Fusiello.

Intorno a mezzogiorno, quando nessuna coperta termica ormai poteva contenere il freddo nelle ossa, i tre della casetta sull’albero sono scesi e si sono uniti ai compagni. E tutti sono partiti in corteo per la Bolognina, fermandosi alla tettoia Nervi e in piazza dell’Unità, buttando giù, in via Carracci, tutto il nuovo new jersey. Sabato, però, si torna in piazza: con una ‘Street rave parade’ che attraverserà la città.

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