Bologna, violentò una bambina, condannato l’orco del Pilastro: 11 anni

In abbreviato, dovrà anche pagare alla vittima 30mila euro. Dopo il fatto, l’uomo aveva rischiato il linciaggio in strada. E’ recluso a Taranto

La bambina aveva solamente 12 anni quando venne attirata in trappola

La bambina aveva solamente 12 anni quando venne attirata in trappola

Bologna, 30 novembre 2022 - Era solo una bambina quando l’orco la afferrò e la violentò cancellandole in un colpo solo tutti i sogni di dodicenne. Ignara di quanto un uomo potesse compiere. Quell’orco ora è stato condannato a una pena durissima – la sentenza è di alcuni giorni fa, portata alla luce solo ieri –: 11 anni e 30mila euro da pagare alla giovane vittima per l’accusa di violenza sessuale aggravata dalla sua minore età. Lui di anni, all’epoca dei fatti, ne aveva 30, padre dell’amichetta della sua futura preda, e quando la notizia dell’accaduto passò casa per casa, venne trascinato in strada dal quartiere per essere linciato. Perché al Pilastro ci si fa giustizia da soli. Lo salvarono i poliziotti delle Volanti, quando già aveva gli occhi pesti e un trauma cranico. Era la fine di agosto dello scorso anno, una giornata fin troppo calda sotto tutti i punti di vista. "Se non era per la polizia finiva malissimo", sussurrava la gente del quartiere.

Una storia agghiacciante, iniziata quando la bambina, che viveva nella stessa zona con la famiglia, andò a casa del ragazzo, un italiano di 30 anni. Qui avvenne l’abuso. Che, stando a quanto ricostruito, fu addirittura ripreso con il cellulare. Video terribili, che gettarono, ancora di più, la dodicenne nell’angoscia. Atteggiamenti inequivocabili, ‘carezze’ oscene. Ripresi e custoditi nel cellulare, privo di scheda sim, del trentenne. Proprio quegli elementi rappresentarono la chiave per i poliziotti, d’intesa con il pm Marco Forte, per far scattare il fermo. A dare vita all’indagine fu la stessa bambina che raccontò tutto, dopo una serie di sollecitazioni, alla madre preoccupata perché da qualche giorno in lei non vedeva più il sorriso. La giovane disse di essere andata a casa dell’amichetta e di aver trovato il padre il quale, dopo averla afferrata e gettata sul letto, iniziò a cancellare i suoi sogni.

"Lei – scriverà il gip Alberto Ziroldi nella convalida del fermo – cercava di allontanarlo colpendolo con calci e pugni". Tutto inutile. "La stessa aggiungeva che durante la violenza, l’imputato le aveva scattato delle foto e riferito che si sarebbero dovuti vedere ogni dieci giorni, intendendo chiaramente che ogni dieci giorni avrebbero dovuto consumare un rapporto". L’orco, messo alle strette, confessò, cercando di nascondersi dietro a una presunta relazione consenziente. In strada, al Pilastro, quel pomeriggio lo aspettarono in 40. Ci pensò la polizia ad evitare il peggio. Ora per lui – che si trova detenuto nel carcere di Taranto – la parola fine l’ha messa il tribunale con la stangata, in abbreviato, a 11 anni. Anche se nessuno ridarà mai alla sua vittima la spensieratezza di bambina.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro