Violenza sessuale ai giardini Margherita di Bologna: l’aggressore resta in carcere

Il tunisino si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip

Bologna, 20 aprile 2023 – Si è avvalso della facoltà di non rispondere A. L., il tunisino di trent’anni fermato lunedì sera perché accusato di essere l’autore dello stupro di una diciassettenne avvenuto il 14 settembre scorso ai Giardini Margherita. L’uomo, che ha dei precedenti, è disoccupato e senza fissa dimora, oltre che irregolare sul territorio. Ieri mattina, accanto al suo avvocato di fiducia Luciano Bertoluzza, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari. Il fermo è stato convalidato ed è stato disposto per lui il carcere. Resta perciò alla Dozza. Il pm è Michele Martorelli e l’accusa di violenza sessuale aggravata è affiancata a quella di detenzione aggravata ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, dato che quella sera avrebbe offerto della marijuana alla giovane vittima.

Carabinieri ai giardini Margherita
Carabinieri ai giardini Margherita

Quella sera, attorno alla mezzanotte, i carabinieri intervennero ai Giardini Margherita, dove la giovane riferì di essere stata violentata da uno sconosciuto. In quella circostanza fornì una descrizione del suo aggressore, spiegando che l’aveva avvicinata, fumando una ‘canna’ e bevendo una birra, mentre lei era seduta su un’altalena in un’area giochi del parco. Dopo di che l’aveva indotta a dirigersi in un’area appartata e l’aveva aggredita, prima di fuggire a bordo del suo monopattino. L’area venne passata al setaccio dai carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bologna, che repertarono gli oggetti usati dal presunto autore della violenza: una bottiglia di birra, un mozzicone di sigaretta e un fazzolettino di carta usato. I reperti furono inviati ai Carabinieri del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Parma che avviarono le analisi per estrapolare il profilo biologico e dattiloscopico dell’autore del reato. Grazie a queste analisi, in cui fu rinvenuta un’unica impronta digitale sulla bottiglia di birra, i militari sono risaliti al tunisino. Il quale, rintracciato dai Carabinieri della Stazione Bologna lunedì sera mentre passeggiava in via Petroni, è stato arrestato e portato in carcere.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro