Bologna, cinque anni allo stupratore vestito da monaco

Sentenza di primo grado per l’episodio avvenuto il 13 febbraio a Persiceto. L’incontro in discoteca, qualche drink poi il risveglio choc in una camera d’albergo

La vittima dell’episodio ha 29 anni, il presunto violentatore 23

La vittima dell’episodio ha 29 anni, il presunto violentatore 23

San Giovanni in Persiceto (Bologna), 17 novembre 2018 – La mazzata è arrivata ieri, nel tardo pomeriggio, quando il collegio presieduto dal giudice Michele Leoni ha letto la sentenza: cinque anni per violenza sessuale, assoluzione per l’accusa di rapina. Per il tribunale quello stupro, la notte del 13 febbraio, c’è stato. Nessun rapporto consenziente, come invece ha sempre sostenuto l’imputato – Gennaro Siciliano, 23 anni, di San Giovanni in Persiceto – che anche ieri ha ribadito con forza durante il suo esame, in aula davanti alla 29enne costituita parte civile. Il pm Luca Davide Alfredo Venturi aveva chiesto per lui una condanna a sei anni per il giovane, incensurato; il collegio ha riconosciuto anche 10mila euro di provvisionale alla vittima, che tramite il suo legale aveva chiesto il riconoscimento di un danno per 40mila euro. Le motivazioni saranno note tra 90 giorni, dopo di che la difesa del ragazzo, affidata all’avvocato Luca Monti, valuterà se ricorrere in appello.

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Nel frattempo, il 23enne resta ai domiciliari, dopo che per lui erano scattate le manette e il carcere a marzo, al culmine dell’indagine dei carabinieri nata a seguito della denuncia della donna. Secondo la ricostruzione dell’accusa, tutto avvenne nel corso di una notte iniziata in una nota discoteca di San Pietro in Casale e terminata in una camera d’albergo della zona. Quella sera, nel locale, era in corso una festa di Carnevale e proprio in quell’occasione i due si conobbero per la prima volta. La vittima, come ha confermato in aula, non ha memoria di ciò che avvenne dopo alcuni drink, salvo ritrovarsi in una camera d’albergo nuda, con lividi e con i segni di un rapporto sessuale certificati poi da una struttura sanitaria. Le mancavano il cellulare e il portafoglio, ma per l’accusa di rapina il ragazzo è stato assolto. In albergo era rimasta solo una tunica, quella usata dall’aggressore come travestimento in discoteca. Nel corso delle indagini dei carabinieri, però, emersero anche altre due possibili violenze sessuali, non denunciate. Una delle ragazze, però, in aula ha poi parlato di un rapporto consenziente e il tribunale ha trasmesso gli atti in procura. L’altra, invece, chiamata a testimoniare anch’essa, non si è presentata.

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