Bologna, mamma va in ospedale. Visitata e dimessa, poi perde il bambino

Giovane mamma positiva al Covid: dopo il primo accesso a Porretta, è stata portata d’urgenza la notte successiva al Maggiore

La donna è stata trasportata all’ospedale Maggiore in ambulanza

La donna è stata trasportata all’ospedale Maggiore in ambulanza

Bologna, 16 gennaio 2022 - "Fino a quando non avremo l’esito dell’autopsia preferisco restare in silenzio, forse cambierò idea quando saprò con certezza come sono andate le cose. Ho appena perso un figlio e nulla lo riporterà alla vita. Per questo chiedo rispetto per il mio dolore e per quello della mia compagna". A parlare è un giovane padre che con la sua convivente è stato travolto da una drammatica e dolorosa esperienza.

La coppia risiede nell’alta valle Reno. Nelle prime ore di giovedì scorso la signora non si sente bene, accusando qualche sintomo influenzale. E’ al nono mese di una gravidanza che non è la prima e che fino a quel momento non ha dato problemi, dal momento che tutto sembrava filare liscio come l’olio. Chiamata la Croce Rossa, la donna viene trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Costa di Porretta Terme, dove resta in osservazione fino al mattino, in attesa di una consulenza ginecologica. Effettuata questa visita, secondo i medici non ci sono gli estremi per il ricovero e, quindi, si procede alla dimissione. Il tampone effettuato per la ricerca del Covid risulta però essere positivo: la donna, come il compagno, aveva deciso di non vaccinarsi per scelta. La giornata di giovedì trascorre tranquilla, ma la sera compaiono i primi sintomi di un nuovo malessere. Il venerdì mattina viene nuovamente contattato il 118 e questa volta ci sono tutti i segnali per un parto imminente. Si decide di non utilizzare l’elicottero, ma di procedere in ambulanza fino all’ospedale Maggiore caricando a Vergato un medico che assista la donna durante il viaggio.

Arrivati a Bologna le acque si rompono con l’ostetrica che, purtroppo, constata come il cuore del bambino non si contragga più, per cui non resta che dichiararne il decesso. A quel punto la famiglia chiede subito l’autopsia per capire come sia potuto accadere, avendo il sospetto che la prima dimissione sia stata affrettata. Comprensibile il profondo dolore dei due genitori che, tra i tanti dubbi, ora ne hanno anche un altro: se le procedure e i protocolli fossero stati diversi, ora il loro bambino sarebbe ancora vivo? Questa tristissima vicenda si inserisce nella più ampia e annosa questione della chiusura del punto nascite a Porretta Terme.

La Regione Emilia Romagna si sta muovendo per la sua riapertura, cercando anche di superare quei parametri ministeriali che ne hanno causato la sua smobilitazione, pur sapendo che qualsiasi punto nascite non può risolvere il problema dei parti precipitosi. Per tutta la durata di questa pandemia l’Ospedale Costa ha continuato, e sta continuando, a funzionare per fornire servizi sanitari di diverse specialità, diventando un polo importate per tutta la popolazione residente nel bolognese. Ma il problema di come evitare decine di chilometri di statale per le donne che hanno un travaglio improvviso resta sul tavolo e torna a galla ogni volta che si verificano emergenze di questo genere.

 

 

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