Visite e prestazioni, liste d’attesa in tilt a Bologna. Lisei: "In troppi aspettano"

L’attacco del capogruppo regionale di FdI: "C’è in gioco la vita di molti cittadini per i quali non sarà possibile prevedere gravi malattie"

Intervento cardiologico

Intervento cardiologico

Bologna, 19 gennaio 2022 - Quasi diciannovemila persone che attendono una prestazione radiologica (tac o risonanza magnetica), circa dodicimila persone che necessitano di una visita cardiologica e altrettante che aspettano di vedere un oculista. Ma ce ne sono oltre settemila che hanno bisogno per vari problemi ortopedici e traumatologici e oltre cinquemila e cinquecento che chiedono di vedere un ginecologo.

Sono solo alcuni dei numeri delle liste di attesa relative alle visite specialistiche e alle prestazioni diagnostiche registrate lo scorso sei dicembre dai Cup sui vari ospedali presenti a Bologna e provincia. Naturalmente in queste liste saranno sicuramente presenti anche coloro che aspettano di avere la visita magari in una struttura più vicina a casa, ma il posto per la visita potrebbe essere disponibile in un ospedale scomodo, specialmente se la persona è anziana e non ha possibilità di lunghi spostamenti. Chiaramente la situazione legata al Covid delle precedenti ondata ha determinato le lunghe file d’attesa che, mentre iniziavano a essere smaltite, sono state di nuovo bloccate dall’avvento di Omicron.

"C’è da pensare che queste liste d’attesa si siano ulteriormente allungate, visto che l’ondata Covid si è aggravata nelle settimane che sono seguite al sei dicembre – riflette Marco Lisei, presidente Gruppo di Fratelli d’Italia –. Quella del recupero delle liste di attesa e delle prestazioni sanitarie arretrate rappresenta una vera e propria emergenza regionale come dimostrano i dati. Ogni prestazione sanitaria arretrata o tardiva rappresenta il rischio di una prevenzione mancata, cittadini ai quali non sarà possibile diagnosticare per tempo una possibile malattia magari curabile.

A distanza di anni dall’inizio della pandemia non sono più giustificabili ritardi che sono il frutto di una incapacità organizzativa dirigenziale alla quale va sommato il taglio sistematico di servizi, personale, posti letto. Questa situazione emergenziale si sta scaricando sui tanti professionisti sanitari, medici, infermieri, tecnici ai quali sono richiesti sacrifici straordinari, come la sospensione delle ferie, gli straordinari – precisa – ma che con grande serietà si stanno facendo in quattro perché la barca non affondi. Sono problemi che da tempo denunciamo e sui quali abbiamo fatto più di una proposta come Fratelli d’Italia: gli investimenti non possono tradursi solo in edilizia sanitaria, ma devono partire da un potenziamento e da una valorizzazione del personale oltre che da una gestione meno caotica della pandemia. In questi ritardi hanno influito molti fattori oltre che l’emergenza la burocrazia delle quarantene e dei tamponi. Oltre all’incapacità di garantire un’assistenza domiciliare che avrebbe scongiurato molti accessi nelle strutture sanitarie".  

m.ras.  

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