Bologna, monsignor Zuppi: "Il Natale ci dà un messaggio, stare con gli ultimi"

L’invito dell’arcivescovo ai bolognesi: "Questa festa ci ricorda che bisogna assistere chi è in difficoltà per tutto l’anno. La pandemia ci ha tolto ogni illusione sul benessere, mostrandocelo per quello che è: solo una caricatura dell’esistenza"

L’invito del cardinale Matteo Zuppi per vivere questo Natale: "Andiamo verso gli altri"

L’invito del cardinale Matteo Zuppi per vivere questo Natale: "Andiamo verso gli altri"

Bologna, 23 dicembre 2021 - Nel tempo di Natale uno dei tanti appuntamenti nell’agenda del cardinale Matteo Zuppi è saltato. Si tratta della Messa della vigilia che l’arcivescovo avrebbe voluto celebrare insieme ai senza fissa dimora nella stazione centrale di Bologna e che, invece, non si potrà svolgere per evitare assembramenti. "Con il Covid non si scherza – spiega Zuppi – ed è bene tenere tutti in sicurezza. Sono comunque contento di poter tornare al carcere della Dozza dove manco da un anno e mezzo. Il pranzo, poi, lo consumerò alla Casa del Clero insieme ai sacerdoti anziani della nostra arcidiocesi e poi andrò alla parrocchia della Santissima Annunziata dove la Comunità di Sant’Egidio ha preparato una mensa natalizia per i poveri. Anche in questo caso le norme per contrastare la diffusione del Covid cambiano quello che è il normale svolgersi di questo momento: saranno distribuite delle porzioni preconfezionate, ma quello che conta è lo stile di fraternità con cui viene vissuto questo incontro".

Messe di Natale 2021 a Bologna, il calendario con l'arcivescovo Zuppi

Una vecchia canzone di Luca Carboni e Jovanotti sostiene che è ’O è Natale tutti i giorni, O non è Natale mai’. Condivide? "Verissimo. Natale non è un giorno in cui tutti ci sentiamo più buoni e siamo attenti alle persone che sono più deboli, ma è il giorno in cui dobbiamo imparare a non sentirci più sopra agli altri, per iniziare ad essere sempre più tra agli altri. Gesù Bambino viene in mezzo noi per dimostrarci in modo concreto che Dio vuole fare sue le nostre difficoltà e noi, per seguirlo, dobbiamo fare nostre quelle degli altri. Il ’sia fatta la tua volontà’ non è solo una implorazione da utilizzare quando le cose vanno male, ma è anche uno stimolo per seguire l’angelo e incontrare Gesù. Non è un caso che nasca come un bambino indifeso e minacciato dalle tante pandemie del mondo". Per arrivare a questo ’Natale quotidiano’ Bologna da dove deve partire? "Se ci chiediamo che cosa può fare una intera città rischiamo di nasconderci dietro agli altri, dietro al ’se quella cosa non la fa lui allora non vedo perché la dovrei fare io’. Il cammino è personale perché ognuno di noi ha qualità diverse ed è chiamato a un servizio diverso. La cosa che ci unisce è la consapevolezza che Dio si è fatto uomo. La pandemia ci ha tolto ogni illusione sul benessere, mostrandocelo per quello che è: una caricatura della vita. Nell’incarnazione, invece, Dio si è fatto uomo per riscattare tutta la nostra fragilità senza cancellarla. Noi molto spesso ci dimentichiamo di essere stati bambini, e quindi deboli e bisognosi di aiuto. Se, invece, ce ne ricordiamo, allora ci verrà naturale dare una mano a chi ne ha bisogno". Sarà anche un Natale Sinodale, con la chiesa di Bologna che si è messa in cammino insieme alle altre diocesi italiane. Cosa si aspetta? "Il 15 gennaio avremo un incontro con tutti i facilitatori dei vari gruppi. Il Sinodo è un importante strumento per capire come la chiesa possa aprirsi ancora di più e abbracciare sempre più persone. Ascolteremo e rifletteremo per capire cosa le persone si aspettano da noi o come possiamo tornare ad avvicinare chi si è sentito deluso. Ci mettiamo in discussione per essere ancora più vicini a chi è più debole". Questa apertura non rischia di trasformare la religione in una semplice opinione? "Il rischio c’è sempre, soprattutto se la riduciamo alle nostre categorie, come un gruppo WhatsApp, o un club privato di persone che hanno le stesse idee. Il benessere è la caricatura della vita perché ci dà l’idea che si possa vivere senza fare fatiche o senza soffrire. L’incarnazione, il fatto che Dio sia sempre in mezzo a noi attraverso gli altri, impedisce che il vero diventi verosimile e che la realtà virtuale superi la fisicità. Non nasconde le fatiche e i dolori, ma le trasforma in una prospettiva d’amore. Ecco perché la cristianità non la si potrà mai mettere sullo scaffale di un supermercato insieme alle altre offerte". Quale regalo vorrebbe ricevere in questo Natale? "I doni più graditi sono quelli di cui c’è veramente bisogno: una casa per un profugo, qualche tutela in più per un povero, una famiglia per un anziano solo e un posto di lavoro fisso per un precario".  

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