Bianca Felicori: "Riscopriamo l’architettura perduta"

La ricercatrice bolognese e il progetto sulle opere dimenticate da 30mila iscritti "È nata una pubblicazione che racconta lo studio, i siti e l’amore per l’arte"

Bianca Felicori, 29 anni, architetto e ricercatrice

Bianca Felicori, 29 anni, architetto e ricercatrice

Bologna, 14 giugno 2022 - Bianca Felicori, di cosa tratta il progetto Forgotten Architecture?

"Tutto è nato quando studiavo al Politecnico di Milano e avevo già capito che, non avendo un’indole da progettista classica, con una visione tradizionale insomma, avrei dovuto trovare la mia strada. Ho sempre avuto un grande amore per la ricerca e per la storia dell’architettura e ho iniziato rispolverando progetti compiuti, ma dimenticati, per un motivo o per un altro".

Può un semplice messaggio tra amiche dare vita a una community online di appassionati di architettura, che conta oggi quasi 30mila iscritti? L’idea di Bianca Felicori, poliedrica mente bolognese di 29 anni, architetto e ricercatrice all’università cattolica di Bruxelles, era nata con la volontà di creare un gruppo su Facebook per rispolverare opere architettoniche finite nel dimenticatoio o, addirittura, mai arrivate al grande pubblico: dalla stazione di servizio ‘Aquila’, di Aldo Favini, a Sesto San Giovanni, alla Casa a Lissone di Milano di Alberto Salvati e Ambrogio Tresoldi.

E ancora: California, Beirut, Napoli. Un semplice WhatsApp che ha trasformato un’idea in realtà, e anche di più. Perché Forgotten Architecture – il nome del progetto parla da sé – è andato oltre, tanto da diventare una pubblicazione (edita da Nero Editions e curata dalla stessa Felicori) e ora anche un evento, sabato dalle 19 alle 24: il primo mai organizzato nell’edificio più iconico del progetto, la Casa Albero di Giuseppe Perugini a Fregene (Roma), in collaborazione con Carhartt WIP.

Ma com’è possibile che opere così affascinanti siano state messe da parte?

"Diciamo che la storia dell’architettura tende a dare tagli diversi in base al Paese di appartenenza: mi sono accorta che stavo studiando a malapena il 30% del panorama del Novecento. Così ho cercato di unire il mio spirito estremamente comunicativo e predisposto alla condivisione all’interesse personale".

Ed è nata la community...

"Ho scelto di aprire un gruppo Facebook, nel 2019, perché mi sembrava il canale più adatto. Ma, chiaramente, mai mi sarei aspettata così tanto riscontro e questa partecipazione".

Al libro come siete arrivati?

"Era l’obiettivo, la destinazione finale della ricerca: pubblicare il lavoro in formato cartaceo, metterlo nero su bianco. Abbiamo scelto una modalità particolare, in realtà, che va contro le esigenze di oggi del mercato: un modello che permette di stampare esattamente le copie che vengono ordinate e vendute.

Questo pensate possa dare un valore in più al volume?

"Questo fa sì che non si tratti di una pubblicazione di massa. Ho voluto creare un libro che avesse proprio una struttura tipica dell’architettura".

Si spazia dai confini nazionali all’estero, dalla provincia ai grandi centri urbani: cos’è c’è di Emilia Romagna, invece, in Forgotten Architecture ?

"C’è addirittura un intero capitolo sull’architettura di Dante Bini a Castelfranco Emilia (nel Modenese). Poi ci sono i lavori dell’architetto Cesare Leonardi , sempre modenese, e tanto altro ancora". Il volume conta 280 pagine, è ancora disponibile sul sito www.neroeditions.com e può essere ordinato fino alla prossima settimana.

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