Droga, il Daspo urbano è utile

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 16 aprile 2019 - Ho sentito su una emittente tv che nella zona della piazzola a Bologna il problema droga è stato risolto tramite l’ attuazione del ‘Daspo’. Reputo che tale misura abbia solo spostato in un’altra zona limitrofa il problema e che l’ unico rimedio per spacciatori e consumatori di stupefacenti sia il carcere. Il concetto poi di ‘modica quantità’ va rivisto: se io rubo una mela o commetto una rapina da milioni di euro, sono sempre un ladro. Stefano Anderlini

 

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il daspo non è la cura risolutiva per le città, Bologna compresa, ma aiuta nella lotta al degrado cittadino e alla delinquenza. E’ un elemento in più che si inserisce nella dinamica collettiva di legittima difesa. Bologna ha applicato da tempo, e con buoni risultati anche se non risolutivi, il mini Daspo urbano. E’ una misura decisa dal prefetto che dispone il divieto di stazionamento in una certa zona dove il soggetto destinatario del provvedimento ha commesso reati. Chi trasgredisce ovviamente finisce dritto in carcere. Il Daspo è comunque un passo avanti. Anche Firenze dopo Bologna ha delimitato una sorta di zona rossa del centro cittadino dove applicare questa misura. Resta il fatto che con gli spacciatori di stupefacenti serve la mano pesante e andrebbero rivisti concetti come la «modica quantità», una scappatoia che consente a molti pusher di rimanere a piede libero. L’assassino del carabiniere in Puglia era statao da poco tempo trovato in possesso di cocaina. Ma era in libertà e ha assassinato un maresciallo.  beppe.boni@ilcarlino.net

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