Caro bollette Bologna, l'ad di Pelliconi. "Questi costi si mangiano la competitività"

Checchi e le preoccupazioni per il futuro: "Siamo solidi, ma quest’anno paghiamo 12 milioni per luce e gas, tre volte in più rispetto al 2021"

Marco Checchi, ad Pelliconi e presidente della filiera packaging di Confindustria Emilia

Marco Checchi, ad Pelliconi e presidente della filiera packaging di Confindustria Emilia

Bologna, 9 ottobre 2022 - Le bollette alle stelle impensieriscono anche i gioielli del nostro territorio. È il caso di Pelliconi, leader nella produzione di tappi (32 miliardi all’anno) di Ozzano dell’Emilia e azienda molto energivora. "Nel 2021 abbiamo speso per gas ed energia elettrica 4 milioni e mezzo di euro. Quest’anno siamo arrivati già a 12 milioni, praticamente il triplo", dice l’amministratore delegato Marco Checchi.

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Il caro energia mette in difficoltà anche un’azienda solida come la sua? "Gli aumenti dell’acciaio nel 2021, siamo riusciti a ricaricarli sui prezzi di vendita, quindi l’abbiamo assorbito. Lo stesso abbiamo fatto con una parte dei costi dell’energia. Ma sui contratti di quest’anno è diverso. E l’aumento significativo dei costi di gas e luce è ricaduto tutto su di noi".

Come state affrontando la crisi energetica? "Avevamo in preventivo aumenti delle bollette, quindi avevamo messo da parte risorse per farne fronte. Ma, come si può immaginare, si stanno assottigliando. E nel 2023 inizieranno i problemi".

Vede nero? "Diciamo grigio. Il problema dell’anno prossimo sarà legato alla competitività dei prodotti italiani ed europei. Chi si muove sui mercati internazionali compete con prodotti indiani, cinesi, americani che, non avendo gli stessi nostri problemi di crisi energetica, possono tenere i prezzi più bassi".

Il rischio è perdere quote di mercato? "Beh, gli altri hanno prezzi più competitivi e non hanno tutti i nostri problemi che vanno al di là dell’aumento di gas e luce... penso a una fiscalità elevata e la burocrazia molto pesante".

Alcune aziende dell’Appennino spostano la produzione di notte per risparmiare... "I turni di notte li facciamo già, visto che lavoriamo sette giorni su sette, 24 ore su 24. Di certo, se si va avanti così, non si regge. Già quest’anno è durissima, ma resistiamo perché avevamo preventivato la stangata e perché siamo un’azienda molto solida con 600 dipendenti, 230 a Ozzano, 280 in Abruzzo e altri nel mondo".

Prevede tagli o riduzioni della produzione? "No. Grazie alle manovre fatte per contenere i costi manteniamo la barra dritta, ma dovremo rivedere un po’ le nostre politiche degli investimenti. Il fatturato non ci manca. E abbiamo ancora il vantaggio guadagnato l’anno scorso sui nostri competitori che, non trovando materiali, hanno perso quote di mercato a nostro vantaggio. Ma non sarà così per sempre".

Quali priorità in vista del 2023? "Di certo se non partiranno i rigassificatori ci sarà un problema di scorte. E in caso di razionamenti e stop temporanei della produzione sono dolori...".

Gli investimenti green fatti non bastano? "Siamo partiti in anticipo coi pannelli fotovoltaici in Abruzzo e faremo lo stesso anche a Ozzano. Ma anche con le rinnovabili riusciremo a ricoprire appena il 20% del nostro fabbisogno".

Lei guida la filiera del packaging di Confindustria Emilia. Qual è il livello di allarme? "C’è tanta preoccupazione: tutti si aspettano che il governo prenda qualche provvedimento. O alcune aziende saranno costrette a chiudere".

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