Crisi Maccaferri, ecco il piano

Sigaro Toscano in Seci per pagare il bond da 90 milioni

Il gruppo Maccaferri dovrà presentare il piano di rientro per le società in concordato

Il gruppo Maccaferri dovrà presentare il piano di rientro per le società in concordato

Bologna, 20 dicembre 2019 Il Sigaro Toscano per rinegoziare e pagare un bond da 90 milioni di euro. Il 3 gennaio 2020 si avvicina e, quel giorno, il gruppo Maccaferri dovrà presentare il piano di rientro per le società finite in concordato, in particolare la holding Seci. Al piano, che ridisegnerà il profilo della galassia in crisi, stanno lavorando anche gli advisor Rotschild Italia, BonelliErede e Ltp.

Un ruolo centrale lo giocherà il Sigaro Toscano, rimasto indenne dalla crisi degli altri settori. La partecipazione di Seci nelle Manifatture Sigaro Toscano, che nel 2018 era stata vicina alla quotazione, è di circa il 50,1% attraverso alcuni veicoli lussemburghesi. Secondo il piano, che è ancora provvisorio, il pacchetto rientrerà direttamente nel patrimonio di Seci. E lì dovrebbe restare fino a fine 2024, altri cinque anni. L’obiettivo di questa mossa sarebbe duplice. Il primo: garantire flussi di cassa, diverse decine di milioni di dividendi, a Seci. Il secondo: rinegoziare il bond Seci, emesso a gennaio 2019 e del valore di circa 90 milioni. Quel bond è stato sottoscritto dai soci di minoranza di Mst: Mcg holding della famiglia Montezemolo, Comimpresa di Aurelio Regina, Antelao di Piero Gnudi e Aragorn Value Leadership di Francesco Valli. Il negoziato dovrebbe portare a un taglio del tasso d’interesse e a ridefinire la scadenza fino almeno al termine del piano, che ha durata quinquennale.

Le quote del Sigaro rimarrebbero ai Maccaferri fino a fine 2024, poi sarebbero vendute e il bond verrebbe ripagato. Piani sulla carta, che non escludono la possibilità di anticipare la vendita in caso di offerta irrinunciabile e che comunque, dato l’orizzonte a cinque anni, sono suscettibili di cambi di programma oltre che alle valutazioni del Tribunale. A Seci, a fine piano, rimarrebbero solo le partecipazioni in Officine Maccaferri e in Samp, probabilmente di minoranza, mentre la maggior parte delle quote passerebbe a un fondo: in pole sembra esserci Carlyle Group che, nei giorni scorsi, avrebbe messo le mani sul bond da 190 milioni di Officine Maccaferri. Le partecipazioni negli altri settori saranno cedute o liquidate, mentre è da capire se alcune società di Officine Maccaferri finiranno in concordato. E ieri il Tribunale ha dato l’ok al pagamento degli stipendi di novembre per i dipendenti Samp, congelati dopo l’entrata in concordato.

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