Dal Giappone all’Uruguay c’è un mondo intero di tifosi

Tifosi del Bologna allo stadio Dall'Ara (foto Olycom)

Tifosi del Bologna allo stadio Dall'Ara (foto Olycom)

CITTADINI del mondo, con il rossoblù sempre dentro il cuore. La fede nel Bologna è grande quanto il pianeta, e si allarga ogni anno di più: grazie alle nuove tecnologie è più facile restare in contatto con le proprie passioni, anche per tutti quei bolognesi che il lavoro ha portato a migliaia di chilometri di distanza, aumentando l’affetto e la nostalgia invece che farli sbiadire. IL PLANISFERO del tifo rossoblù è in espansione come l’universo. Facebook, i social e Internet aiutano a creare una ragnatela dei fans che va dal Nord America all’Australia, passando per l’Europa e l’Asia senza dimenticarsi del Sud America e dell’Africa. La maggior parte degli ‘espatriati rossoblù’ (perché quasi sempre si tratta di italiani emigrati) ha come punto di collegamento il gruppo dei ragazzi che da Bologna sono andati a New York per lavoro. In particolare è Michele Leonardi, dipendente di un’azienza di packaging di Pianoro che lavora e vive nella Grande Mela, a tenere i contatti: a New York sono tanti a ritrovarsi per vedere le partite al ‘Legends’, un locale storico, ma negli Stati Uniti ci sono presenze molto attive anche a Chicago, in Florida e in California. Il Canada comincia a risentire dell’effetto Saputo: in espansione il club di Montreal, grazie ai tanti tifosi degli Impact che si stanno appassionando anche al Bologna, ci sono altri nidi di tifosi a Vancouver e a Toronto. Scendendo verso il centro e il Sud America, presenze sono segnalate in Messico e Guatemala (tutti bolognesi di origine), in Perù dove un bolognese ha aperto un chiringuito cucinando i piatti della tradizione felsinea, ma i numeri più importanti arrivano in Brasile e in Argentina, dove la passione per Destro e c. ha contagiato anche decine di ‘indigeni’ che si sono uniti ai bolognesi. C’è un tifoso molto caldo in Uruguay, dove ha una rappresentanza anche il club internazionale intitolato ad Arpad Weisz e curato dallo storico dell’università di Coimbra Stefano Salmi, club i cui affiliati sono anche a Lisbona, in Olanda, in Ungheria e in Italia, e che nello statuto riporta la negazione dell’antisemitismo e del razzismo. IN ASIA c’è un altro bel covo di tifosi: a Tokyo il famoso tifoso Syu tiene riunioni periodiche, altri tifosi sono segnalati nelle Filippine, in Thailandia, quasi sicuramente anche in Cina anche se non ci sono affiliazioni ufficiali. In Australia, in Congo e nel Magreb ci sono rappresentanze isolate, mentre l’Europa è coperta quasi tutta: presenze in Spagna, a Londra e nel resto dell’Inghilterra, in Irlanda, in Olandia, Serbia, Romania, Russia (con oltre 350 contatti su facebook), in Germania, Polonia, Grecia e Svizzera. Ma la febbre ormai è dilagante, e anche da altre nazioni per ora apparentemente scoperte si segnalano richieste di informazioni e contatti per seguire le partite insieme, ovviamente alla tv.

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