Lazio Bologna 2022, il doppio ex Poli: "La squadra va rinforzata"

"Se Arnautovic resta è una bella notizia, fin qui è stata una ’campagna cessioni’. Ben pagate, sicuramente, ma sempre vendite sono"

Il sorriso di Sinisa Mihajlovic, 53 anni

Il sorriso di Sinisa Mihajlovic, 53 anni

Bologna, 10 agosto 2022 - Passare il turno in Coppa Italia è sempre una cosa positiva. Se Arnautovic resta è un’altra bella notizia. Ma da tifoso sono un po’ deluso. Se la squadra non verrà rinforzata prevedo una stagione complicata. Ma soprattutto all’ottavo anno non capisco quale sia la strategia di Saputo". A Montefredente , frazione di San Benedetto in Val di Sambro, li fanno così: ruvidi, genuini e scolpiti con l’accetta. L’arte di ingraziarsi il prossimo con parole finte non ha mai fatto parte del bagaglio relazionale di Fabio Poli .

Alla soglia dei sessant’anni, che compirà a novembre, l’ex ala del Bologna di Maifredi è lo stesso che qualche mese prima di quel 1987 aveva salvato la Lazio dal baratro della C. E domenica c’è proprio Lazio-Bologna.

Poli, che impressione le ha fatto il Bologna che ha liquidato il Cosenza in Coppa?

"L’impressione di una squadra solida, a tratti anche convincente. Non ho visto nulla di straordinario eh, perché in serie A squadre come il Cosenza non le incontri mai. Però ho visto che tante di A si sono fatte eliminare da squadre di B, quindi va bene così".

La notizia di giornata è che il Manchester United si sarebbe ritirato dalla corsa ad Arnautovic.

"Meglio così: l’attacco del Bologna oggi poggia soprattutto sui suoi colpi. E’ attorno ad Arnautovic che servirebbe tanto altro".

Allude alla campagna acquisti fin qui non ancora decollata?

"Più che una campagna acquisti è stata una campagna cessioni: ben pagate, ma sempre cessioni sono. Sicuramente dei giocatori adesso arriveranno. E devono arrivare, altrimenti si corre il rischio di andare incontro ad una stagione complicata".

Fin qui, con Saputo, solo salvezze tranquille: fin troppo.

"Ormai è evidente che, per motivi che non conosco, a Saputo vadano bene queste stagioni. Non so se dipende dal fatto che ancora non è riuscito a fare lo stadio o se è per altri motivi: ma questo è. E da tifoso sono un po’ deluso, perché vorrei un club più ambizioso. Dico di più: se guardo a come si sta muovendo oggi il Bologna sul mercato mi sfiora anche il pensiero che Saputo abbia in animo di vendere il club".

Se invece guarda in casa Lazio?

"Mercato un po’ così anche il loro: a parte Romagnoli non è che siano arrivati grandi giocatori. Sarri fin qui non ha fatto nulla di straordinario e il tifoso laziale oggi soffre perché la Roma non solo ha vinto una Coppa, ma ha preso campioni che infiammano la piazza. Roma vive di questo continuo confronto".

E la lazialità di Poli?

"A me a distanza di più di trent’anni i tifosi della Lazio vogliono ancora bene, così come sono legatissimi a tutti i protagonisti di quella incredibile stagione in B, con Fascetti in panchina, i nove punti di penalizzazione e una salvezza rocambolesca che conquistammo grazie al mio gol al Campobasso agli spareggi e a quello segnato due settimane prima da Fiorini al Vicenza, all’ultima di campionato".

A Roma lei è di casa.

"Roma per me è lontana: se accettassi tutti gli inviti dei laziali sarei sempre là. Sabato però sarò ospite di un club di tifosi a Leonessa (Rieti, ndr): è bello veder e come sono attaccati a quei colori".

A proposito di attaccamento alla maglia: a lei capitò mai di rinunciare a un’offerta importante?

"Sì, nell’estate dell’89. A fine agosto, il giovedì prima dell’esordio in campionato a Torino con la Juve, mi chiamò la Fiorentina. Andai a Firenze in sede, mi offrivano un triennale ricco e mi chiesero di non scendere in campo col Bologna la domenica, accusando un finto infortunio. Allora c’era la regola per cui se giocavi un solo minuto con una squadra in A non potevi essere ceduto a un’altra squadra di A. Ho rifiutato, perché avrei dovuto raccontare una bugia a Maifredi".