Stadio Bologna, con i cantieri aperti rossoblù in trasferta un anno

Si rafforza l’idea per contenere la durata e i costi dei lavori al Dall’Ara. In pole Modena e Ferrara

Il Bologna festeggia dopo un gol allo stadio Dall'Ara (Foto LaPresse)

Il Bologna festeggia dopo un gol allo stadio Dall'Ara (Foto LaPresse)

Bologna, 30 marzo 2019 - Giocare un anno lontano dal Dall’Ara e da Bologna: è questa l’ipotesi più probabile sul tavolo che verrà affrontata nell’incontro alle porte tra il sindaco Virginio Merola e i vertici del Bologna calcio. Per poter proseguire il percorso verso il restyling e al progetto definitivo che include il piano finanziario, servono costi certi. E per avere costi certi urge conoscere la durata dei lavori.

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Qualora il Bologna continuasse a giocare nel proprio impianto, i tempi si prolungherebbero e sarebbe più complicato stabilire i costi: tanto per il club, quanto per l’amministrazione pubblica, chiamata a garantire la qualità della vita dei residenti. Ecco perché si valuta l’ipotesi del trasferimento.

In prima battuta, le piazze prese in considerazione erano state Modena e Ferrara e Cesena. Ora il cerchio sembra stringersi attorno a Modena e Ferrara, con la prima in risalita. Della questione, il club rossoblù ha già parlato ai tifosi in un incontro avvenuto a Casteldebole e alcuni gruppi della tifoseria non ha certo nascosto il malcontento.

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Effettuare i lavori senza l’impegno delle partite, potrebbe significare contenere la durata a un anno e mezzo, due anni, contro i tre-quattro. Ma per il club sarebbe comunque un sacrificio: perché comporterebbe perdere pubblico, il fattore casalingo e l’indotto che ciò comporta. Ecco perché si valuta e si analizza una via di mezzo: ovvero la possibilità di giocare un anno ‘in trasferta’ per poi tornare al Dall’Ara non ancora restaurato.

La soluzione potrebbe favorire l’abbassamento dei costi e soprattutto tempi più certi, fattori indispensabili per far sì che anche i preventivi dei costi assumano forbici di sforamento inferiori. Le parti sono ad oggi intenzionate a trovare una quadratura del cerchio per arrivare alla fumata bianca definitiva.

Il tutto nonostante il presidente del Coni Malagò abbia annunciato l’intenzione di portare in Italia gli Europei del 2028: qualora l’evento venisse effettivamente assegnato all’Italia, potrebbero essere avviati finanziamenti per l’ammodernamento degli stadi. Ma ad oggi questa è solo un’ipotesi il Bologna di Saputo spera di seguire un tracciato più certo. Peraltro i regolamenti prevedono come gli impianti, per ospitare le gare, debbano prevedere almeno 30mila posti.

Il nuovo Dall’Ara, espandibile, può arrivare a 29.500 e il club ha ricevuto rassicurazioni su come la differenza non sposterebbe eccessivamente le quotazioni della piazza: almeno ad oggi. La questione della capienza, non è comunque un tema: per il Bologna e per i tecnici che hanno seguito la vicenda è infatti intoccabile, visto che per aumentarla sarebbero necessari scavi che però, per questioni di sicurezza legate a fondamenta dell’impianto e tubature, non potrebbero essere svolti.

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