Bologna, 20 marzo 2024 – Anna Maria Bernini, ministro dell’Università, la sua presenza (oggi) all’apertura dell’anno accademico a Bologna per lei ha un significato particolare?
"Siamo in un tornante della storia. Il mondo, negli ultimi decenni, non è stato mai così confuso: due guerre, una nel cuore dell’Europa, una nel cuore del Mediterraneo allargato. È un cambiamento epocale per la politica, gli Stati e i mercati. Dentro c’è una sfida enorme. Le università hanno un ruolo cruciale in tutto questo, sono fabbriche di pensiero e di futuro".
Vuole dare un segnale di vicinanza?
"Voglio ribadire la centralità delle università e, al tempo stesso, che sono e devono essere anche luoghi di confronto liberi e aperti. I nostri atenei stanno attraversando un momento delicato, segnato da un crescendo di episodi di intolleranza come riflesso anche delle tensioni internazionali. Episodi inaccettabili. Le università non sono solo spazi dove si acquisiscono saperi, ma anche luoghi di cui si diventa cittadini. È nell’interesse del Paese salvaguardare e coltivare questo spazio di democrazia".
Lei ha convocato una riunione domani con i rettori per parlare delle ultime tensioni. Il ministro Lollobrigida ha evocato le Br e il pericolo di una escalation. Esiste il rischio?
"Non sottovalutiamo, ma non drammatizziamo. Domani sarà un confronto vero perché solo lo sforzo collettivo, di istituzioni e università insieme, riuscirà nel duplice obiettivo di isolare i violenti e mantenere le università come spazi aperti".
Ingressi contingentati nelle aule e più controlli: è una strada percorribile?
"L’unica contrazione delle libertà che vedo è quella messa in atto da chi crede di poter stabilire chi ha diritto di parola e chi no. La strada percorribile è coniugare libertà di espressione e sicurezza. Non mi scandalizzo di una dialettica anche vivace, anzi la considero una ricchezza. Il discrimine, inaccettabile e invalicabile, è la violenza. Impedire a qualcuno di parlare è l’opposto della democrazia. E mi auguro che questo approccio sia condiviso da tutte le forze politiche".
Il G7 Scienza e Tecnologia in luglio a Bologna e a Forlì: come si svilupperà?
"La sfida è non subire passivamente le criticità del nuovo mondo, ma trasformarle in opportunità. Penso allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti, il coinvolgimento dell’Africa nei processi di crescita, lo sviluppo sostenibile e la tutela delle biodiversità. Parleremo di come raggiungere un equilibrio tra una scienza aperta e allo stesso tempo sicura. L’Italia sarà al tavolo da protagonista perché i partner vedono in noi un Paese affidabile e credibile".
Come ministero, sulle borse di studio nel 2024 toccherete numeri da record. Quali politiche per il futuro?
"Per il 2024 sono disponibili 850 milioni. Le borse andranno a oltre 250mila studenti. E nei giorni scorsi abbiamo anche deciso di aggiornare gli importi delle borse al tasso di inflazione. Il governo è a fianco dei ragazzi: studiare sia realmente un diritto e non un privilegio".
Studentati pochi e affollati, prezzi dei privati alle stelle. Bisogna fare di più?
"Abbiamo ereditato una situazione drammatica e voltato pagina, dando finalmente al Paese una seria politica sull’housing universitario. Grazie anche alla collaborazione con le amministrazioni locali, possiamo dire che gli immobili ci sono. Ora dobbiamo renderli disponibili, operazione già iniziata e che proseguirà con vigore: il bando Pnrr da 1,2 miliardi è stato aperto, abbiamo messo a punto un piano semplificazioni che ci consenta di accelerare la realizzazione di studentati. Rendere fruibili i posti letto significa dare concretezza al diritto allo studio".