Bologna, tetti fotovoltaici in centro, la politica si divide

Fa discutere la proposta di Virginio Merola. Lombardo (Azione): "Intervenire su tutta la città". Bignami (Fd’I): "L’ex sindaco ci copia male"

Da sinistra Stefania Ascari, Andrea De Maria, Galeazzo Bignami e Marco Lombardo

Da sinistra Stefania Ascari, Andrea De Maria, Galeazzo Bignami e Marco Lombardo

Bologna, 5 settembre 2022 - «Rimuoviamo i vincoli nei centri urbani per installare i pannelli solari". Questa proposta di Virginio Merola, ex sindaco di Bologna e candidato per il Pd all’uninominale alla Camera della città, ovviamente sta dividendo le diverse fazioni in questa campagna elettorale. Merola ieri ha ribadito il concetto con un post sul sindaco, riprendendo nuovamente un concetto che era già stato esplicitato dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, e da altri sindaci del Pd. "Non parlo di deregolamentare e lasciare all’anarchia – ha scritto l’ex primo cittadino –, ma è necessario alleggerire le procedure e permettere di montare i pannelli almeno nelle zone attorno al centro. Nella prossima legislatura è il momento di essere coraggiosi anche rimuovendo dei vincoli che adesso sono antistorici". Quest’ultimo riferimento di Merola è alla "severità" nel rilascio dei permessi che spesso ha dimostrato, secondo il candidato del Pd, la Sovrintendenza alle Belle Arti. Ed ecco cosa ne pensano amici e ‘nemici’.

TERZO POLO

"La proposta può anche essere condivisibile, se parliamo di centri storici. Ma la priorità dovrebbe essere quella di far applicare immediatamente una sentenza del Consiglio di Stato che specifica come debbano essere bilanciati, e in alcuni casi anche prevalenti, i motivi di efficentamento energetico rispetto a quelli della tutela dei beni vincolati". A parlare è Marco Lombardo (Azione), candidato all’uninominale del Senato di Bologna per il Terzo Polo ed ex assessore proprio di Virginio Merola. "Dobbiamo applicare le leggi che abbiamo – ricorda Lombardo –. Facciamo in modo di sbloccare per i Comuni l’installazione sui tetti del fotovoltaico nei centri urbani, non solo nei centri storici, snellendo gli iter autorizzativi e senza scoraggiare gli investimenti privati. E’ un’urgenza, il 110 scade tra pochi mesi".

PD

Pienamente d’accordo con Merola il collega di partito Andrea De Maria, candidato all’uninominale che accorpa la pianura bolognese a Carpi. "Una proposta giusta, bisogna mobilitare nergie e idee. Le proposte del Pd, dal tetto europeo al gas al raddoppio del credito d’imposta sono note – argomenta il deputato uscente –, ma dobbiamo anche ricordare l’obiettivo di produrre il 70%, entro il 2030, da fonti rinnovabili. Si parla tanto di fissione nucleare, ma ci metterebbe almeno dieci anni per essere efficace, ecco perché la proposta di Merola è giusta, occorre reperire possibilità e spazi alternativi. Dal Pnrr avremo i fondi necessari – continua De Maria –, Letta dice bene: come si costruisce il prezzo dell’energia? Dobbiamo intervenire su quello, le rinnovabili costano meno e così aiuteremo famiglie e imprese".

FRATELLI D’ITALIA

"Merola ci copia, e pure male". Molto critico Galeazzo Bignami, deputato uscente di Fd’I e ricandidato al proporzionale alla Camera. Fu proprio Bignami, sul Carlino, a proporre la costruzione di un parco energetico a Bologna con l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici Acer. Sortita che fu stoppata dal sindaco Matteo Lepore. "Merola dimostra incompetenza se si sveglia oggi su questo tema – attacca Bignami –. Anche perché, quando partì da noi, produttori e installatori del settore ci dissero: attenzione, non tutti gli edifici in città hanno le caratteristiche architettoniche adatte a quello scopo. Comunque, prima di dirlo, potrebbe darci una mano a staccare tutti gli impianti a nafta che inquinano in città. E quando ci vedremo gliela spiegherò meglio, magari con un disegno".

CINQUE STELLE

Contraria anche Stefania Ascari, parlamentare uscente e capolista al proporzionale alla Camera per il Movimento. "A sentire Merola mi viene da ridere. Il Pd parla da 30 anni non investe sulle rinnovabili e ora ha ritirato fuori pure le trivellazioni: che credibilità può avere – punge Ascari –? Non bisogna prendere in giro gli italiani. Noi in quattro anni e mezzo abbiamo parlato di energia alternativa che tutela la salute facendo anche i fatti. Il superbonus è un esempio di politica verde e di transizione ecologica vera, ha fatto ripartire l’edilizia con 730mila nuovi occupati e un risparmio mediano di 500 euro in bolletta, con una riduzione sensibile delle emissioni inquinanti. A fronte di un investimento di 38,7 miliardi di euro, c’è stato un ritorno di circa 124 miliardi. Bisogna continuare così – conclude Ascari –, investendo sulle rinnovabili. Il Pd si commenta da solo".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro