Cinema Bologna, l’attore Orfeo Orlando e una vita da caratterista

Ha attraversato moltissimi set: da Malik a Diritti: "Ho studiato molto, ma sono piccolino..."

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Bologna, 21 maggio 2022 –Nel film ’Criminali si diventa’ di Luca Trovellesi Cesana e Alessandro Tarabelli , uscito recentemente nelle sale e stasera alle 21,15 all’Antoniano, Orfeo Orlando ha il ruolo di falsario. Nel precedente che ha sostato in sala solo tre giorni, ’Sulle Nuvole’ di Tommaso Paradiso , il suo personaggio si chiamava proprio come lui, Orfeo, e faceva il contadino. Nel prossimo film di Cinzia Bomoll , ’La California ’ sarà un capostazione. L’attore bolognese classe 1958, che ammette di non aver mai fatto cabaret o aver cercato ruoli comici, nonostante l’altezza, un metro e cinquanta, ha conosciuto da vicino tanti set, anche quelli di Terrence Malik (’La via del vento’ dovrebbe uscire prossimamente) e Ben Stiller , e pensa che, fosse stato un attore americano, forse uno ’starring’ se lo sarebbe già guadagnato...

Orlando per cosa la vogliono, i registi, nei film?

"Alcuni mi vogliono perché cercano un personaggio particolare, dalle sembianze fisiche non usuali, quindi mi utilizzano come caratterista soprattutto, poi c’è chi va in profondità".

L’altezza per un attore è ancora decisiva?

"Oh sì. E nel mio caso mi rende certamente peculiare, ma non certo l’attore con le physique du role , perché uno alto un metro e cinquanta non si trova tutti i giorni e quindi io posso essere perfetto quando c’è un personaggio di un certo tipo da mettere in scena. Poi ripeto, altri registi hanno la capacità di leggermi in maniera diversa".

Chi ad esempio?

" Giorgio Diritti . Nei suoi film ’ L’uomo che verrà’ e in ’Volevo nascondermi’ lo spessore è stato ben altro".

In ’Criminali si diventa’ lei è il falsario, quindi un personaggio scaltro e dalla professionalità criminale ma pregiata.

"E sono appunto un personaggio particolare, perché a me falsario si rivolge questa banda capitanata da Ivano Marescotti , che nel film, tratto da una storia vera, recita il ruolo di un signore che nel febbraio del 1975 rubò il dipinto di Raffaello ’La Muta’ dal Palazzo Ducale di Urbino, insieme a due quadri di Piero della Francesca. Esce dal carcere e assieme alla nipote architetta nuovamente un colpo".

’Particolare’ è una parola che l’avrà ossessionata fin dai primi passi alla Scuola di Teatro Colli, quando studiava da attore… Però è riuscito a farne una virtù, perché il suo curriculum è lungo.

"Beh, ho capito cosa potevo fare e ho studiato molto, perché non basta essere alto un metro e cinquanta per farti prendere, devi saper recitare, andare in video, saper fare tanti ruoli, a volte mi vogliono per ruoli pseudo-comici perché sono piccolino, mi adatto. Probabilmente se fossi stato alto un metro e settanta avrei avuto davanti a me tanti attori più bravi e capaci…"

Ogni tanto sogna il mitico ’starring’ nei titoli d’apertura? In fondo in America Danny DeVito, alto un metro e quarantasette, è diventato iconico.

"Certo che mi piacerebbe essere protagonista in un film, anche solo per mettermi alla prova e avere una chance e guardate, Danny DeVito è proprio un idolo, cui non voglio assolutamente paragonarmi. Però è esemplare del fatto che in America il sogno può diventare realtà, qui in Italia siamo purtroppo ancora legati a un cliché".

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