Amica Minerbio, il judo si pratica davanti al pc

Gli atleti non si arrendono al Covid e seguono le dirette del tecnico Caprara. Buracchi e Arapaj le speranze

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di Alessandro Gallo

La didattica a distanza non sfonda e non piace? Nello sport, o in alcune discipline, i contatti a distanza diventano vitali per non cancellare quello che si è fatto in passato. Per non ripartire da zero tra chissà quanti mesi. E’ questa l’ottica che ha mosso il Judo Minerbio, società che fa capo alla polisportiva Amica. Se Granamica è un marchio che nel mondo del calcio dilettantistico è noto, Amica è la realtà di Minerbio alla quale fanno capo judo, karate e podismo.

Marco Caprara, 48 anni, dell’Amica judo è allenatore, istruttore e responsabile. E’ lui il collettore che tiene viva l’attività di quaranta tesserati. Prima gli allenamenti erano nella palestra Dojo Luca Bottoni, ora, indossato il judogi, davanti al video del computer.

"Ci muoviamo così dal lockdown di primavera – racconta –. Avremmo potuto dire che i dpcm avevano chiuso tutto e non era possibile fare sport. Ci siamo arrangiati". E attraverso la piattaforma Meet, anche se il judo è uno sport di contatto, sono nate tre giornate di lavoro a distanza nelle quali ci si mette in discussione. Ci si allena.

"In presenza, quando ancora c’era la possibilità di lavorare senza mascherine, eravamo una quarantina. Adesso nei corsi abbiamo tre bambini e una quindicina di adulti. La metà degli effettivi".

Gli incontri sono gratuiti. "Per me è un hobby e una passione. E non ce la siamo sentita di fissare dei costi. Abbiamo un primo turno, dalle 18 alle 18,30 per bambini. E un secondo, dalle 18,30 alle 19,20 per adulti. Le sedute prevedono riscaldamento e approfondimento tecnico".

Varia la parte finale: nel mondo del judo pre-Covid c’era la possibilità di sperimentare la tecnica sul tatami. "Adesso – sorride Marco – cerchiamo di tenerci in contatto. La sera prima di Natale è stata l’occasione di scambiarci gli auguri".

Judo online con il sogno di tornare in presenza e di dare spazio ai talenti di Minerbio.

"Siamo – sottolinea Caprara – una piccola realtà. Nel corso degli anni abbiamo portato alle finali nazionali dei ragazzi. Le speranze sono legate a Sara Buracchi, classe 2006. E’ tredicesima nel ranking della federazione e avrebbe preso parte ai campionati di categoria, se non fossero stati cancellati dal Covid. Nella rappresentativa nazionale Uisp, possiamo contare su Heleni Arapaj, 2004 di origini albanesi".

Tra speranze e allenamento online, a Minerbio hanno il futuro assicurato.

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