Bologna-Udinese, le probabili formazioni

Per Donandoni problema centrocampo. "Mirante? Al 90% ci sarà"

Roberto Donadoni al Dall'Ara (Olycom)

Roberto Donadoni al Dall'Ara (Olycom)

Bologna, 29 aprile 2017 - “Vedremo se giocare in un modo o nell’altro per avere un’alternativa” è questo il tarlo principale di Roberto Donadoni alla vigilia della sfida del Dall’Ara contro l’Udinese. Le tante assenze a centrocampo degli squalificati Pulgar e Dzemaili e degli infortunati Nagy, Valencia e Rizzo potrebbero dunque condizionare la scelta del modulo da parte del tecnico del Bologna: “Avendo gli uomini contati nella zona mediana - sottolinea - se li impiego tutti e tre contemporaneamente poi non ho possibilità di fare cambi se non spostando qualcuno di posizione”.

Le alternative al 4-3-3 che vedrebbe schierati in campo Viviani, Taider e Donsah che parola del mister “in settimana si è allenato con grande determinazione”, sono il molto sbilanciato in attacco 4-2-3-1 con Petkovic, Verdi e Krejcí alle spalle di Destro o il 4-4-2. Tra i pali resta invece da valutare la condizione di Mirante, alle prese con i postumi di una fastidiosa lombalgia: “Oggi verificherò meglio come sta ma al 90% - tranquillizza Donadoni - conto di averlo a disposizione”. Se non dovesse farcela alle spalle del quartetto difensivo composto da Masina, Maietta, Gastaldello e Torosidis è pronto Angelo Da Costa.

Come sempre però al di là degli interpreti il tecnico rossoblù vuole vedere il giusto atteggiamento e la giusta mentalità: “Voglio gente motivata - dice -. In settimana ho visto una squadra convinta che sa di dover affrontare un’Udinese che sta facendo bene e che è molto pericolosa nelle ripartenze. Domani dobbiamo essere bravi soprattutto quando siamo in possesso del pallone noi e chi va in campo deve saperlo perché sarà una partita nella quale i tre punti sono d’oro”.

Il desiderio di Donadoni è quello di tenere alta la concentrazione in queste ultime giornate di campionato per raccogliere più punti possibili. In quest'ottica la decisione della Società di concedere 3 giorni di permesso a Dzemaili potrebbe non essere un bel segnale mandato alla squadra, ma il mister non la vede così: “Sono programmi non decisi dal sottoscritto - spiega - ma non credo venga trasmesso qualcosa di diverso dalla serietà del lavoro. A noi il discorso Dzemaili adesso interessa relativamente perchè per via della squalifica non sarà a disposizione e quindi conta chi lo sostituisce. Lui inoltre è un professionista di un certo tipo e se gli sono stati concessi giorni di riposo è perchè da questo punto di vista lui non sbaglia”.

In caso di risultato positivo al Dall'Ara e di uno negativo del Crotone, il Bologna domenica potrebbe raggiungere la salvezza matematica ed è quindi già momento per poter fare qualche bilancio sulla stagione: “Il bilancio - dice Donadoni-  va fatto sui propositi che ci eravamo dati di voler centrare assolutamente la permanenza in serie A; tutto quello in più è qualcosa di guadagnato, anche se capisco l'ambizione dell'ambiente e anche tutti noi abbiamo la volontà di alzare l'asticella il più in fretta possibile. Questa è una piazza che ha grande ambizione e che le ambizioni le ha anche vissute, ma è anche una piazza che ha vissuto momenti tragici e per questo bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno ma anche mezzo vuoto”.

Ci vuole dunque un percorso di crescita: “Vanno viste le cose positive e le cose negative di quest'anno, lavorando poi sulle positività per migliorare cosa possibile con la crescita dei nostri giocatori e con gli investimenti”. Un sentiero sarebbe quello percorso dall'Atalanta: “Per fare quello che fanno loro - dice Donadoni - ci vuole un settore giovanile che produce. Il loro è il frutto di un lavoro di tanti anni. A quello ci si arriva piano piano e ci vuole una struttura che cresca insieme. A me questo piacerebbe perchè un giovane cresciuto in casa ha già le base di un certo tipo”.

Escluso dunque da questo discorso Antonio Cassano che ultimamente ha manifestato la volontà di venire a Bologna e di tornare ad essere allenato da Donadoni: “Mi fanno piacere le sue parole e conosco bene chi è Cassano, avendo lavorato tanto con lui. Ad oggi penso che sia ancora uno dei migliori calciatori italiani, perché ha una tecnica ed una velocità di pensiero irraggiungibile per il 95% dei suoi colleghi in Italia, ma la filosofia della società è diversa e credo che difficilmente si possa arrivare a qualcosa”.  

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