Casanova: "Cvd da favola, vorremmo restare a Casalecchio"

di Giacomo Gelati

Nel nome e nei fatti: Cvd come ‘Ci vogliamo divertire’, Cvd come campione. Sciabola la sua bottiglia migliore il club rossoblù di Casalecchio, che ha sigillato la stagione con la vittoria ai danni della matricola Veni che vale la storica promozione in C Unica, risultato mai raggiunto dalla squadra del presidente Casanova. Un capolavoro che porta la firma di uno specialista delle ‘minors’ come coach Matteo Baiocchi, già autore del decennio d’oro con Molinella.

Presidente, il Cvd approda dove non era mai arrivato. Che annata è stata?

"Questi ragazzi hanno fatto una stagione incredibile, questo staff ha fatto qualcosa di enorme e siamo estremamente felici di questo risultato storico, per noi e per tutta Casalecchio. E speriamo di permettano di restare a Casalecchio".

Possiamo dire che è un successo inaspettato?

"Diciamo che dopo aver costruito la squadra sapevamo che potevamo essere da decimo-undicesimo posto, ma dalla pausa natalizia in poi, quando siamo riusciti ad allenarci bene, abbiamo preso una grande fiducia e abbiamo inanellato quel famoso 9 su 9 che è diventato un 12 su 13: siamo stati secondi per tutto il ritorno e quel punto tutti facevano la gara su di noi perché eravamo quelli fuori posto".

Che finale è stato?

"Siamo arrivati a tre partite dalla fine, dove bastava vincerne una per arrivare nelle prime quattro e chiudere la stagione con la promozione e lì ci siamo un po’ presi paura: abbiamo perso a Lugo all’ultimo tiro, abbiamo perso contro la corazzata Santarcangelo e, impauriti, siamo andati a Ferrara e abbiamo perso. Lo spettro dei playout si è concretizzato e abbiamo chiuso al quinto posto, risultato impensabile a inizio anno".

Avete avuto paura di non potercela fare?

"La Veni era due mesi che si preparava ai playout e forse era più pronta, mentre noi avevamo Lelli e Corradini con le caviglie malconce. In gara-uno, col fattore campo a nostro favore, avevamo il palazzetto pieno, la coreografia e quant’altro e abbiamo perso con lo spettro del secondo turno. Eravamo sul punto di non sapere più che fare, sembrava che lo staff non avesse più in mano la squadra".

Qual è stata la chiave?

"Nella disperazione salta sempre fuori qualche risorsa. Abbiamo vinto in casa loro ricucendo due strappi da 14 punti ed è stata una gara di cuore. A quel punto avevamo l’ultimo match point in casa: negli ultimi minuti abbiamo dato una spallata e ora ci godiamo questo traguardo".

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