Cesena Castelfidardo 4-1, manca un punto all'impresa

Ricciardo il mattatore torna e ne segna 4, il vantaggio bianconero sul Matelica resta di +3. Emozioni per i saluti della Curva Mare per Schachner e Biondini

Il secondo gol di Gianni Ricciardo (foto Ravaglia)

Il secondo gol di Gianni Ricciardo (foto Ravaglia)

Cesena, 28 aprile 2019 - Manca soltanto un punto, è l’ultimo sforzo da compiere per la serie C: Ricciardo torna e ne segna quattro, sbranando da solo il Castelfidardo (4-1), il Matelica vince a Campobasso (1-0) e ancora non alza bandiera bianca. Il vantaggio bianconero resta di +3: pareggiando a Giulianova, domenica prossima, la squadra di Angelini sarebbe matematicamente promossa, indipendentemente dal risultato dei marchigiani, in campo con l’Isernia.

Bentornato Gianni Ricciardo. Il primo tempo, con il Cesena in campo con il 4-4-2 e le maglie celebrative disegnate dal Museo Bianconero, ha da subito un volto sulla propria locandina. Il centravanti, al rientro dalle tre giornate di squalifica, impiega infatti giusto 9 minuti per tornare al gol. I meriti vanno condivisi con Tonelli, gran ricciolo di mancino, e Valeri (super nelle sue sovrapposizioni) che riceve l’assist del compagno, inserendosi alla perfezione sul secondo palo, e con la testa colpisce il palo; la palla torna in mezzo all’area dove è appostato Ricciardo che timbra l’1-0 e il 17° gol stagionale in campionato, correndo poi verso la Curva Mare mimando il gesto del cuore.

Meno di cinque minuti e arriva il raddoppio bianconero, nonché bis di GR9: ancora Tonelli, dominatore della fascia destra, ad ispirare, Giovagnoli respinge di testa, Campagna riprende e tira (non benissimo), Capellini probabilmente involontariamente deviando la palla finisce per servire un pallone d’oro a Ricciardo: dall’altezza del dischetto, tutto solo, non poteva proprio sbagliare. La bandiera dell’assistente rimane giù, è tutto regolare: è il 18esimo gol per Ricciardo in campionato, il 2-0 del Cesena. La partita sembra ormai finita, ma non è così: perché il Castelfidardo gioca con la mente libera e lo fa anche bene, poi la ‘buccia di banana’ purtroppo è sempre dietro l’angolo.

Al 25’, su un innocuo lancio lungo, forse anche per via del campo bagnato e lucido, Agliardi va per prendere la palla ma gli scivola dalle mani; Noce salva su Bracciatelli, ma non riesce ad allontanare via; Caruso riprende ed in area è steso da Biondini, per il fallo da rigore. Si incarica della battuta Calabrese, Agliardi intuisce ma non riesce a respingere. E’ il 2-1 e così, dopo un’ottima combinazione Tonelli-Alessandro non chiusa in rete da Capellini (leggermente in ritardo sul traversone basso), si chiude il primo tempo.  

Nell’intervallo ovazione clamorosa della Curva Mare al grande ex Walter Schachner, premiato come ‘leggenda bianconera’ e poi si riparte sempre all’insegna di un gigantesco bomber. Dopo quasi un quarto d’ora di attesa, Giovanni Ricciardo esulta per la terza volta: è il 58esimo minuto e ancora una volta parte tutto da Tonelli, partita di assoluto valore la sua, che nasconde palla e poi la telecomanda sulla testa di Ricciardo che prende l’ascensore, fino al terzo piano, e scaraventa la palla in rete. Diciannovesimo gol in campionato. Ci sarebbe già tanto materiale per far luccicare gli occhi, ma non è ancora finita qui: al 61’, punizione di Alessandro sul secondo palo per Ciofi, torsione di testa in mezzo su cui si fionda Ricciardo per il poker di reti personale e il 4-1.

Diciassettesimo, diciottesimo, diciannovesimo e ventesimo gol in un’ora di gioco: giornata da leggenda! Ma le emozioni non sono solo quelle dei gol: al 67’ è da brividi la dedica dello stadio per Davide Biondini, alla sua ultima della carriera in casa (di campionato) al Manuzzi. C’è uno striscione (‘Dal Cesena alla Nazionale, da domani in Curva Mare’) e soprattutto il coro ad altissimi decibel della Mare: ‘Biondini uno di noi, Biondini uno di noi’. Poi replicata all’uscita dal campo del ‘rosso di Montiano’ qualche minuto dopo, per Fortunato.

La partita è ormai vinta, ma il Cesena continua a ‘caricare’ e guadagna pure la superiorità numerica: Alessandro, al 76’, nell’ennesimo attacco della profondità, salta Barbato che lo stende. E’ fallo da ultimo uomo, il signor Cerchi non può far altro che estrarre il rosso. Su punizione, poi, Alessandro sfiora la traversa. De Feudis e Fortunato falliscono il quinto gol, ma ormai si attende solo la speranza del gol del pareggio del Campobasso che avrebbe fatto partire la festa promozione in anticipo. Non arriverà, il Matelica rimane dietro di tre punti.

Ora però al Cesena manca giusto l’ultimo sforzo per andare in serie C: un punto a Giulianova.