"A botte sul set con Accorsi. Colpa del Liga"

Ettore Nicoletti, attore, regista e produttore cesenate, dalla partecipazione a ‘Made in Italy’ ai progetti per il futuro, pandemia permettendo

Migration

di Carlotta Benini

Ha un curriculum internazionale e oltre 15 anni di esperienza sui set teatrali, cinematografici e televisivi. Un episodio che lo ha segnato, in senso ironico, è stato il pugno incassato da Stefano Accorsi in una scena di ‘Made in Italy’ di Ligabue. "Per sbaglio gli è partito un destro vero. A dimostrazione che, quando recita, è uno che ci mette passione". A parlare è Ettore Nicoletti, 47enne attore, regista e produttore cesenate che negli ultimi tempi ha fatto della sua arte una missione sociale. Insieme al poeta Loris Babbini, infatti, ogni sabato intrattiene con letture dialettali gli ultraottantenni che si recano a Cesena Fiera per ricevere il vaccino contro il Covid, nei 15 minuti di attesa dopo avere ricevuto la dose.

Come procede ‘Missione poetica’, il progetto per i vaccinandi?

"Procede con entusiasmo: è uno scambio umano molto forte quello che si instaura in quei 15 minuti di attesa, da cui nasce un messaggio di speranza. Quella di ritrovare un rapporto umano, a dispetto di un momento storico che ci vuole sempre più distanti".

Che ruolo interpretava nel film di Ligabue?

"Vestivo i panni di Arturo Crotti, un operaio con cui Riko, il protagonista, ha un diverbio pesante che finisce in colluttazione. Per la scena ho lavorato con un coach che mi ha insegnato come muovere la mandibola, come cadere a terra. Alla fine però Accorsi ha voluto improvvisare e così mi ha colpito per davvero. Ma il tutto si è concluso in goliardia".

Quando ha deciso di fare l’attore?

"Sono salito per la prima volta su un palco a 8 anni, recitando nelle operette della parrocchia. All’università ho studiato Fisica, ma mi sono sempre mosso in ambito artistico facendo teatro amatoriale, suonando in una band e gestendo un locale rock (lo storico Legö di vicolo Cesuola attivo dal 2001 al 2011, ndr). Nel 2009 a Cesena ho fondato Theatro, scuola e compagnia di improvvisazione di cui sono presidente e direttore artistico: è stato in quel momento che ho capito a cosa volevo dedicarmi in modo univoco".

Dove ha studiato?

"Mi sono formato come attore tra Berlino e Parigi, seguendo la scuola russa di Jurij Alschitz, quella americana di Bob McAndrew e formatori del London Drama Center come Christopher Fettes e Paul Miller. Con quest’ultimo e con il parigino Benoît Felix-Lombard nel 2015 ho fondato il collettivo internazionale Gli Eredi, che produce opere teatrali e collabora ad eventi e festival".

Ha lavorato nell’ultimo anno?

"Il 2020 è stato un anno molto introspettivo, che mi ha ispirato nella scrittura: ho nel cassetto sceneggiature teatrali e cinematografiche. Come attore ho recitato in alcuni corti e spot pubblicitari e durante il lockdown ho preso parte al radio dramma ‘Dreamscape’ per il pubblico americano. A settembre sono stato sul set di ‘999 - l’altra anima del calcio’, film indipendente del regista Federico Rizzo che promette di uscire con una buona visibilità".

Prossimi impegni?

"Dopo sei anni torno a vestire in panni del serial killer in ‘Arthur 2’, sequel della fortunata web serie noir-comica prodotta nel 2015 dalla Tv Svizzera con cui, come protagonista, ho vinto diversi riconoscimenti. Le riprese partono in questi giorni. A maggio sempre in Svizzera reciterò in un film per il grande schermo. Sul fronte teatrale, invece, sto pensando insieme a Benoît Felix-Lombard a un’opera tratta da ‘I fratelli Karamazov’ di Dostoevskij".